AREZZO – Tanti: “Una sfida che farebbe bene alla città “La scelta di affidarsi al procedimento di co-progettazione per i servizi educativi della città di Arezzo rappresenta il compimento di un percorso lungo diversi anni che ha inteso mettere al centro la collaborazione tra il comune e gli enti del terzo settore della nostra città.
Dopo i risultati estremamente positivi che abbiamo raggiunto con i procedimenti di co-progettazione nell’ambito delle politiche sociali, oggi parte la chiamata al terzo settore aretino per definire il futuro dei servizi educativi attraverso un procedimento innovativo, collaborativo, libero e più capace di interpretare i cambiamenti della comunità aretina. La procedura è ovviamente una procedura codificata che garantisce trasparenza, pari opportunità, imparzialità e parità di trattamento, ma che mette anche le basi di un governo diverso dei servizi alla persona. Il primo effetto positivo della co-progettazione è rilevabile nella fase di risposta al bando pubblico; infatti, progettare a partire da obiettivi ampi piuttosto che dalla semplice descrizione delle prestazioni, libera il potenziale innovativo e creativo degli enti di terzo settore e permette di rispondere in maniera più adeguata ai bisogni dei cittadini coinvolti nei servizi. Il secondo effetto positivo è che per un soggetto del terzo settore trovarsi a scrivere un progetto a partire da obiettivi ampi e da una volontà di innovare i servizi, è sicuramente più dinamico e di maggiore responsabilità. Infine, ed è la cosa che mi interessa di più, questa procedura permette di non ridurre il servizio a semplice erogazione di prestazione ma mette al centro l’attivazione di processi legati alla risposta ai bisogni in un’ottica flessibile e capace di aggiornarsi nel tempo. In questi anni i servizi alla persona, siano essi educativi o di altro genere, ci mettono davanti a vorticosi cambiamenti che non sempre risultano soddisfatti da procedure molto rigide e standardizzate come quelle dei bandi ordinari, che ben si attagliano a sovrintendere a materie fisse ma che risultano piuttosto astratti quando hanno a che fare con la vita delle persone. Mi rendo conto che con questa procedura stiamo alzando l’asticella molto in alto, ma sono fiduciosa che il terzo settore aretino sia pronto ad una sfida di questo tipo che segni il definitivo cambio di passo nei servizi alla persona. L’avviso rimarrà aperto fino al 25 febbraio e solo dopo potremo sapere se sarà ‘rivoluzione’”