Il 5 marzo del 1953 moriva Stalin

Il 5 marzo del 1953 moriva Stalin, il leader sovietico che fece della lotta al nazionalismo ucraino uno degli scopi principali del suo mandato nel grande Paese asiatico. A Mosca, come nel resto della Russia, il ricordo del dittatore sovietico è particolarmente significativo se si guarda all’odierno conflitto in Ucraina. Il “piccolo padre” dell’Urss, figura controversa, fece della lotta al nazionalismo ucraino uno degli scopi principali del suo mandato nel grande Paese asiatico.

l “piccolo padre”, come lo chiamava la propaganda, salì al potere alla fine degli Anni ’20 e morì il 5 marzo 1953: trasformò l’Urss in un vasto Stato totalitario, portandolo dall’agricoltura all’industrializzazione, ma ordinando il culto della propria personalità, l’esecuzione di centinaia di migliaia di persone e l’invio di altri milioni nei famigerati gulag.  L’offensiva di Vladimir Putin è infatti, letta a Kiev e in Occidente come il retaggio dell’imperialismo di Stalin. E l’accelerata repressione del dissenso a molti ricorda i metodi sovietici. Questa mattina oltre mille ammiratori di Stalin si sono riuniti sulla Piazza Rossa, per deporre – come da tradizione – fiori sulla tomba del dittatore vicino al mausoleo di Lenin e alle mura del Cremlino. A guidare il gruppo di nostalgici, il capo del partito comunista russo Ghennadi Zyuganov: alcuni portavano bandiere rosse dell’Urss, altri ritratti dello spietato leader nato in Georgia nel 1878 con il nome di Iosif Djougashvili. Negli ultimi anni è stato rivalutato dal regime russo, per il suo ruolo nella Grande guerra patriottica contro il nazionalismo ucraino. Nel recente anniversario per la vittoria nella battaglia di Stalingrado è stata inaugurata una sua statua nella città che ora porta il nome di Volgograd – aprendo la strada alla incredibile versione della propaganda che vede oggi la Russia impegnata in Ucraina in una nuova guerra contro il nazismo. I sondaggi negli ultimi anni hanno indicato percentuali crescenti di russi che ne rivalutavano la figura. Per questo, oggi diversi russi hanno deposto fiori in suo onore.

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