AREZZO – Gli aumenti delle indennità a favore degli amministratori locali, previste per legge, dilateranno anche ad Arezzo la distanza tra rappresentanti e rappresentati. Perché sindaco e presidente del Consiglio Comunale hanno risposto alla nostra interrogazione nella quale chiedevamo di rinunciarvi per destinare le corrispondenti risorse a un fondo di solidarietà per le famiglie in difficoltà e per fronteggiare il caro bollette. Cosa si evince dalla risposta? Che sindaco, assessori e presidente non rinunceranno.
Il testo della replica che ci è stata inviata, a dire il vero, non è molto chiaro in alcuni punti, ma su quello dirimente le nebbie si diradano: Di per sé la creazione di un fondo di solidarietà può essere unoperazione meritevole per lamministrazione pur tuttavia il fatto di doverla abbinare a una potenziale rinuncia degli amministratori agli aumenti previsti, da una normativa dello Stato, sulle proprie indennità appare una forzatura strumentale e pretestuosa. Certo: è pretestuoso chiedere un sacrificio in questa fase storica a chi ci governa? È pretestuoso alimentare con questo sacrificio un fondo che nel 2024 potrebbe arrivare alla cifra di 950.000 euro per le finalità suddette? Ma la risposta prosegue citando la squalificazione e mortificazione del lavoro svolto da un amministratore locale e ciò non è un bene per la politica in quanto alimenta facili populismi. Paradossale: non saranno invece scelte del genere a favorire la crescita di disinteresse e allontanamento?