Cerimonia ufficiale di riconoscimenti in comune, Lunedi 3 Luglio alle ore 16,30 per Imelda Starnini, 90 anni, “fresca” di diploma dopo aver sostenuto l’esame di maturità presso l’Istituto San Francesco di Sales, con il voto finale di 76/100. Il ministro dell’Istruzione e Merito, Giuseppe Valditara, scrive una lettera alla neo “maestra” e al dirigente scolastico: “Il suo esempio è un prezioso stimolo per i giovani, affinchè possano coltivare l’amore per il sapere che non ha età, né tempi giusti, perché è sempre il tempo del sapere”. Iniziativa del comune di Città di Castello e San Giustino
Cerimonia ufficiale di riconoscimenti in comune per ImeldaStarnini, 90 anni (compiuti lo scorso 3 febbraio), “fresca” di diploma dopo aver sostenuto l’esame di maturità, “Liceo delle Scienze Umane”, presso l’Istituto San Francesco di Sales (paritaria, scuola pubblica, unica in Europa, la cui fondazione risale al 1816), con il voto finale di 76/100. La neo “maestra”, (che ha coronato il sogno di una vita), sarà ricevuta lunedi 3 Luglio alle ore 16,30, in comune presso la sala consiliare per la consegna di un riconoscimento ufficiale, da parte delle amministrazioni comunali di Citta’ di Castello e San Giustino, “per lo straordinario esempio di vita e dedizione verso lo studio ed il sapere che con il raggiungimento del traguardo finale ha trasmesso a tutti d in particolare ai giovani”. Oltre ai sindaci delle due città, Luca Secondi e Paolo Fratini, saranno presenti anche gli assessori alle Politiche Scolastiche, Letizia Guerri e Milena Crispoltoni ed ovviamente il dirigente scolastico dell’Istituto “San Francesco di Sales”, Simone Polchi, che ha comunicato di aver ricevuto una lettera del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, attraverso la quale rivolge alla signora Imelda Starnini, “i più vivi complimenti e auguri per il traguardo raggiunto”. “Il suo esempio è un prezioso stimolo per i giovani, affinchè possano coltivare l’amore per il sapere che non ha età, né tempi giusti, perché è sempre il tempo del sapere”, scrive il ministro nella lettera che prosegue: “reputo lodevole l’impegno che ha profuso nello studio per il conseguimento del diploma, ma, soprattutto, apprezzo la sua determinazione nel non abbandonare il suo sogno”, conclude il ministro. Giovedi scorso al termine della terza ed ultima prova, il colloquio, Imelda Starnini aveva voluto dedicare il raggiungimento del sogno di una vita al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che segue sempre con ammirazione e affetto sempre in televisione, non si perde mai un suo discorso, intervento e servizio in televisione e sui media. “Il presidente Mattarella e’ il nostro faro, riferimento per tutti ed in particolare dei giovani che ama tanto a cui spesso lancia messaggi positivi come me nel mio piccolo oggi, umilmente con questo passaggio della mia vita. W il Presidente della Repubblica”, aveva esclamato con commozione Imelda”.
LA STORIA Figlia di mamma, Veronica e papa’ Giulio, “fabbro”, nata a Selci Umbro nel comune di Sangiustino, seconda di quattro fratelli (Laura, Cecilia e Pietro) Imelda ha vissuto un’infanzia serena sia pur contraddistinta dalle difficoltà economiche del periodo. Ha frequentato la scuola elementare a Selci: racconta che furono anni difficili legati alla guerra dove le lezioni erano spesse interrotte dalla sirena delle Officine meccaniche “Nardi” (simbolo del comparto metalmeccanico) che segnalava i possibili bombardamenti. “Si correva a casa e spesso si doveva sfollare in campagna”. Molto legata alla figura dello zio Eligio Starnini, uomo colto e altruista, che si occupo’, tra l’altro, della demolizione e ricostruzione dell’aereoporto San Egidio di Perugia, sindaco di San Giustino in un periodo dove c’era la miseria e la “tessera annonaria” che definiva quanta farina e generi alimentari si potevano avere al mese per ogni famiglia. Imelda racconta che Eligio spesso cedeva la propria parte alle mamme con tanti bambini. Lo zio, sposato con Rosina, non poteva avere figli e aveva preso a cuore la nipote, ragazzina educata e volenterosa, promettendole che appena la guerra fosse finita “ci avrebbe tirato fuori una maestra”: purtroppo lo zio morì improvvisamente all’età di 40 anni, infrangendo i sogni di Imelda. La zia Rosina, rimasta vedova, chiese alla mamma di Imelda di lasciare che la bambina andasse a vivere con lei. Imelda soffrì molto il distacco dai propri genitori e dai fratelli, ma per le situazioni economiche dell’epoca sembrava essere una buona soluzione anche per poterle offrire la possibilità di studiare. La zia Rosina, donna benestante, ma molto severa, non portò avanti i desideri dello zio Eligio, non la fece studiare per diventare maestra elementare, ma la iscrisse ad una scuola di taglio e cucito. Gli anni passavano, Imelda è sempre stata una ragazza curiosa e impegnata riuscendo a prendere la patente di guida tra le primissime donne di Italia e a Selci con la sua “Giardinetta Belvedere” era un supporto per tantissime persone, accompagnava spesso tutti quelli che avevano bisogno di muoversi fuori dal paese. Anche nel periodo della tubercolosi portava i figli a vedere i genitori nel sanatorio di Città di Castello, tanto che, fortunatamente in maniera non grave, anche lei contrasse la malattia. La casa della zia Rosina, che si occupava di amministrazione dei campi, era frequentata da gente di Selci, tra i quali il parroco, Don Marcello Mercatelli, che veniva spesso a richiedere lavoro per le persone più povere e bisognose. Don Marcello era un bel ragazzo, primo di 5 fratelli tutti maschi, che per le usanze dell’epoca dovette studiare in seminario e si consacro’ sacerdote; colto e illuminato si occupò tra l’altro, della costruzione dell’asilo della banca del paese ed era amato da tutti. Imelda e Marcello si conoscono meglio e si innamorano, situazione sicuramente “non facile” da gestire per quell’epoca, non vista certo di buon occhio: ma non volendo rimanere “nascosti”, Don Marcello chiede al Papa Paolo VI la dispensa dei voti Sacerdotali e pur rimanendo profondamente religioso, riesce a sposare Imelda, dalla quale unione nascono due figli Luca e Sara e successivamente 3 nipoti ( Chiara, Samuele, Leonardo e un bisnipote Lorenzo). Nel 2010 il marito viene a mancare e Imelda, affranta dal dolore riesce a trovare conforto e amore nella bella famiglia che ha cresciuto. Il resto è storia dei giorni nostri.