AREZZO – “La vicenda della Fraternita dei Laici ci porta dentro a una questione politica sulla quale credevo che con la scorsa consiliatura si fosse arrivati a un punto fermo. Ovvero che la più antica e gloriosa istituzione aretina tornasse agli aretini, in virtù delle missioni formalizzate nel suo statuto. E che di bandi per l’ospitalità ai migranti non si sarebbe più parlato.
Scopro però che quell’accordo politico è saltato lo scorso 18 luglio quando la Fraternita dei Laici ha inviato una manifestazione di interesse per accogliere 14 migranti nelle sue strutture. Ho chiesto con un’interrogazione chi abbia dato il via libera a questa soluzione, prendendo una precisa responsabilità e ho scoperto dal vicesindaco che l’amministrazione comunale è stata ‘costretta’ dal governo, spinta poi da un afflato istituzionale e da inevitabile generosità. Ma non capisco il sillogismo: se il governo è impegnato a risolvere il problema degli sbarchi facendo ricorso ad accordi internazionali, che c’entrano Arezzo e la Fraternita? Se i migranti sbarcati, che ci sono sempre stati con qualsiasi governo, devono essere ripartiti nel territorio nazionale era proprio necessario farlo tradendo lo spirito di un patto politico tra le forze che hanno sostenuto la precedente amministrazione e sostengono l’attuale? Non era possibile agire secondo soluzioni già consolidate che prevedono l’intervento umanitario di altre strutture private? Qui siamo ad Arezzo e non a Roma. E allora quanti nel centrodestra accetteranno questa scelta e non sto parlando dei suoi rappresentanti politici ma degli elettori? Di una cosa sono certo: io, alla prima occasione, potrò andare dinanzi a loro a testa alta perché mantengo la mia coerenza politica”.