La ristorazione scolastica continuerà a essere gestita insieme dai Comuni di Città di Castello, San Giustino e Citerna

Il consiglio comunale approva l’accordo di programma e linee di indirizzo del servizio  Con i 18 voti favorevoli di PD, PSI, Lista Civica Luca Secondi Sindaco, Castello Cambia, Gruppo Misto-Azione, Lega e l’astensione di Castello Civica, il consiglio comunale ha approvato l’accordo di programma e linee di indirizzo per la tipologia organizzativa e le caratteristiche qualificanti del progetto di servizio di ristorazione scolastica dei Comuni di Città di Castello, San Giustino e Citerna.

Come ha spiegato in aula l’assessore ai Servizi Educativi Letizia Guerril’atto, che è stato ampiamente partecipato con tutti i soggetti interessati, è propedeutico alle due procedure di gara che dovranno essere espletate alla scadenza dei contratti per la gestione del servizio nei tre comuni coinvolti, fissata al 31 agosto 2023. Ricordando che “a Città di Castello il servizio è rivolto a 11 plessi di scuola dell’infanzia e 13 plessi della scuola primaria, con una produzione nei due centri di cottura di 600 pasti a Cerbara (per San Giustino e Citerna e in parte per Città di Castello) e di oltre 1.200 in viale Diaz”, l’assessore ha chiarito che “con l’idea di garantire un servizio che metta al centro i nostri bambini e il loro benessere, è nostra intenzione attivare un terzo polo di cottura, raccogliendo  anche le indicazioni in questo senso dei genitori, mentre saranno riconfermate la scelta delladoppia gara per la ristorazione e per le funzioni ausiliarie a cui adibire personale con fragilità, la scelta del menù biologicovalidato dall’USL Umbria 1, premiata per tre anni consecutivi dal MIUR, e sarà valorizzato ulteriormente il ruolo del nucleo di valutazione costituito dai rappresentanti dei genitori di ogni plesso, dai dirigenti e dal personale scolastico, che assicura un contributo fondamentale nel controllo della qualità delle mense”.L’accordo di programma e linee di indirizzo del servizio. Con l’accordo di programma le amministrazioni comunali di Città di Castello, San Giustino e Citerna prendono atto “della necessità di continuare la positiva esperienza raggiunta attraverso la costruzione di un progetto di servizio condiviso anche allo scopo di conseguire prezzi maggiormente competitivi nella prestazione del servizio” e “dell’esigenza di esplicitare le nuove linee di indirizzo per la tipologia organizzativa e le caratteristiche qualificanti il progetto di servizio di ristorazione scolastica”. I tre Comuni “concordano nell’intenzione di valorizzare l’impiego di persone svantaggiate o con disabilità nello svolgimento delle prestazioni ausiliarie connesse alla ristorazione scolastica”. Ispirate a principi di “qualità, continuità, trasparenza, accessibilità, disponibilità e completezza dei servizi e a criteri e programmi volti alla promozione di corrette abitudini alimentari, ad esigenze sociali che contribuiscano alla lotta allo spreco alimentare, alla tutela della salute degli utenti ed alla salvaguardia dell’ambiente”, le linee di indirizzo per la tipologia organizzativa del servizio di ristorazione scolastica prevedono l’affidamento di contratto d’appalto di servizi e forniture tramite l’esperimento di due distinte procedure di evidenza pubblica (una procedura aperta per l’approvvigionamento, la preparazione e la veicolazione dei pasti e una procedura riservata per le funzioni ausiliarie connesse al servizio di ristorazione scolastica), che saranno aggiudicate esclusivamente sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, individuata sulla base del miglior rapporto qualità-prezzo. La durata dei contratti sarà di tre anni, con eventuale ripetizione del servizio per un ulteriore triennio e la possibilità di una successiva proroga di altri sei mesi. La produzione dei pasti, che nell’ultimo anno scolastico è stata di 1.869 pasti nei 163 giorni di servizio per tutti i tre Comuni interessati, sarà distribuita e svolta presso i due centri cottura già messi a disposizione dal Comune di Città di Castello (a Cerbara presso la scuola dell’infanzia-primaria e in viale Armando Diaz, presso l’ex Convitto annesso all’Istituto d’Istruzione Superiore «Patrizi-Baldelli-Cavallotti). A un eventuale ulteriore centro cottura potrà essere destinata una produzione di pasti totale non inferiore al 20 per cento allo scopo di migliorare la qualità della produzione. Le linee di indirizzo per le caratteristiche qualificanti del progetto di servizio di ristorazione scolastica prevedono a proposito degli approvvigionamenti la conferma della connotazione di «Mensa scolastica biologica» , nel rispetto delle soglie minime di prodotti biologici previste dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste di concerto con il Ministero dell’Istruzione e del Merito e con il Ministero della Salute, con uno  schema di menù che sarà fedele alle linee guida nazionali e regionali e sarà validato dal competente Servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione della Usl Umbria 1 Altotevere. La gestione del servizio dovrà fare perno su una formazione continua e costante degli operatori e sull’adozione di procedure digitali finalizzate alla dematerializzazione e allo snellimento delle procedure, puntando al contenimento degli sprechi nella ristorazione collettiva, con l’eliminazione in via definitiva del ricorso a prodotti plastici o derivati e usa e getta, la riduzione di tutti gli imballaggi di plastica e dell’impatto ambientale del trasporto dei pasti. Saranno potenziate le procedure di distribuzione dei pasti mediante linea self-service in un’ottica di efficientamento e responsabilizzazione del servizio e il monitoraggio costante del buon andamento del servizio.Dibattito. Nel ringraziare per il lavoro svolto il personale dell’Ufficio Scuola del Comune e le amministrazioni comunali di San Giustino e Citerna, l’assessore ai Servizi Scolastici Letizia Guerri ha illustrato la proposta sottolineando le linee di indirizzo per il servizio di ristorazione scolastica siano caratterizzate dalla condivisione da parte dei Comuni coinvolti dell’investimento sul menù biologico, “che risponde all’obiettivo di garantire la qualità delle materie prime, ma anche di sostenere l’economia agricola del nostro territorio con la scelta dei prodotti a chilometro zero”. “Un investimento – ha spiegato l’assessore – che è stato ulteriormente valorizzato attraverso la collaborazione con l’USL Umbria 1 per la validazione del menù a partire dallo scorso anno scolastico, a tutela del controllo nutrizionale su quello che somministriamo ai nostri ai nostri bambini”. Nel ricordare gli investimenti effettuati sulla digitalizzazione della gestione del servizio, in particolare del sistema di prenotazione, Guerri si è soffermata sull’attività di monitoraggio condotta dal nucleo di valutazione della ristorazione scolastica. “Quest’anno abbiamo svolto 5-6 incontri con i genitori, dirigenti e personale scolastico che compongono questo gruppo di lavoro, sviluppando un confronto che ha permesso non solo di migliorare il menù, ma anche di svolgere una puntuale azione di controllo della qualità del servizio, attraverso i sopralluoghi dei rappresentanti delle famiglie e la compilazione di schede di valutazione”. “A questo l’Ufficio Scuola ha aggiunto circa 33 controlli da dicembre a marzo, con sopralluoghi a sorpresa nei diversi plessi”, ha aggiunto Guerri, che ha dato conto del lavoro del personale comunale con i componenti del nucleo di valutazione per la stesura delle linee guida, nella quale è stata coinvolta anche la Comunità Educante Alto Tevere. La capogruppo di Castello Cambia Emanuela Arcaleni ha preso la parola per giudicare positivamente la conferma della collaborazione tra Città di Castello, San Giustino e Citerna per la gestione del servizio. “Sono però tra coloro che rimpiangono l’esperienza della mensa localizzata nei plessi scolastici, quando il cibo che si poteva mangiare era molto diverso”, ha ammesso la consigliera, apprezzando comunque “il grande spazio riconosciuto nelle linee guida ai prodotti biologici e a chilometro zero”.  Arcaleni ha quindi chiesto di “conoscere l’esito degli incontri con il nucleo di valutazione per capire gli indici di gradimento e le criticità del servizio” e ha evidenziato la necessità di “rimarcare con più forza nei principi delle linee guida la lotta agli sprechi alimentari e la spinta alla differenziazione dei rifiuti”. “Magari insieme a Sogepu può essere dedicata un’attenzione maggiore alla separazione dei materiali nelle scuole, l’ambiente sicuramente ringrazierebbe e ci sarebbe anche un beneficio nei costi”, ha detto Arcaleni. A condividere l’esigenza che il consiglio comunale possa essere messo al corrente dell’esito dei controlli sul servizio di ristorazione scolastica è stato anche il capogruppo della Lega Valerio Mancini, che ha invitato a esplicitare in sede di gara “la garanzia che nelle scuole di questo comune non si somministra alcun prodotto proveniente da coltivazioni OGM e non si utilizzano prodotti come carne sintetica, farine di insetti, che sono frutto delle aberrazioni dell’Europa”. Nel ricordare di essere stato tra i promotori della deliberazione all’unanimità del consiglio regionale per la “promozione dell’utilizzo del pesce di lago nelle mense scolastiche”, Mancini ha invitato l’amministrazione comunale a “tenere conto in sede di gara di questo indirizzo, che ha un valore educativo e salutistico molto importante”. “L’educazione alimentare è un aspetto significativo – ha puntualizzato Mancini – che si riflette su una delle spese maggiori che sosteniamo in questa regione nei confronti dei giovani in età adolescenziale, dovuta all’assistenza per le problematiche legate a disturbi del metabolismo, come diabete e obesità”. Nel parlare di “un impegno veramente debordante per queste linee guida, dove ci sono eccessivi concetti retorici e pleonastici”, il capogruppo di Castello Civica Andrea Lignani Marchesani ha invitato a considerare prima di tutto “non tanto e non solo la qualità del cibo, che per certi prezzi non può essere da chef, quanto l’igiene”. “C’è poi da tenere presente l’importanza di tutelare i tempi del mangiare e il valore della socializzazione a tavola, della condivisione del medesimo pasto in spazi comuni, sui quali ritengo opportuno investire per evitare che i bambini facciano mensa all’interno della classe, una cosa che reputo assolutamente desocializzante e scarsamente igienica”, ha aggiunto Lignani, che ha concluso preannunciando la propria astensione: “lodo e ringrazio gli uffici comunali e l’assessore per l’impegno, ma francamente non mi sento di condividere in toto questa proposta,  preferivo delle linee guida molto più snelle, che garantissero gli aspetti di cui ho parlato, che per me sono importanti”. A dirsi invece “favorevole” è stata la consigliera Luciana Bassini (Gruppo Misto-Azione), che ha dato atto del “grande impegno nella stesura dell’accordo di programma e delle linee guida per il servizio”.  In sede di replica, l’assessore Guerri ha ribadito come le linee guida per il servizio di ristorazione scolastica “siano frutto di una larghissima condivisione con tutti i soggetti coinvolti, dalle famiglie, ai dirigenti e al personale scolastico, fino a chi effettua i controlli e a coloro che erogano direttamente il servizio”.Guerri ha quindi riferito che “nelle linee guida è stato tradotto tutto ciò che è emerso dai confronti che abbiamo avuto, dalla conferma dei due punti cottura attuali alla previsione di un terzo polo per alleggerire quello di Cerbara, fino all’ammodernamento digitale del servizio di prenotazione”.  “Un altro spunto che è emerso e che abbiamo provveduto a segnalare alla Regione e all’Usl Umbria 1 nell’ambito del lavoro di revisione sulle linee guida attuali che risalgono al 2014 – ha detto l’assessore – riguarda le grammature delle porzioni, un aspetto che ci hanno fatto presente sia dirigenti scolastici che il personale scolastico, così come i genitori”.Guerri ha quindi fatto presente che “nella scelta del menù biologico il servizio sia oltre le linee guida nazionali e regionali, con l’80 per cento di prodotti utilizzati”, e ha rimarcato come la modalità self-service traduca in termini di servizio una consuetudine maturata un po’ in tutti i plessi, dove non ci sono sempre spazi per il refettorio adeguati, “tenendo conto che a noi competono gli aspetti organizzativi e non pedagogico-educativi”. L’assessore ha poi concluso raccogliendo la sollecitazione all’introduzione del pesce di lago, prendendo l’impegno di valutare con gli uffici cosa potrà essere fatto in fase di gara.

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