Pinacoteca a “quattrozampe”

I cani di piccola taglia possono entrare insieme ai loro proprietari “visitatori”, per gli altri un po’ più grandi c’è uno spazio adeguato a loro dedicato dove sostare e attendere in compagnia degli addetti della Cooperativa che si occupa della gestione della struttura museale. Si chiama “Pet Stop”, un vero e proprio servizio per cani e gatti in vigore da qualche anno alla Pinacoteca di Citta’ di Castello.

Assessore alla Cultura Michela Botteghi:  ”Pinacoteca accessibile a tutti anche ai nostri amici animali” – Turisti  visitatori entusiasti.  Pinacoteca a “quattrozampe” I cani di piccola taglia possono entrare insieme ai loro proprietari “visitatori”, per gli altri un po’ più grandi c’è uno spazio adeguato a loro dedicato dove possono tranquillamente attendere in compagnia degli addetti della Cooperativa che si occupa della gestione della struttura museale. Si chiama “Pet Stop”, un vero e proprio servizio per gli amici a quattrozampe in vigore alla Pinacoteca di Citta’ di Castello (la seconda per importanza dopo la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia) particolarmente apprezzato dai numerosi visitatori-turisti, italiani e stranieri che decidono di fare tappa a Palazzo Vitelli alla Cannoniera, fra le opere dei maestri del Rinascimento, Raffaello e Signorelli, nell’anno tra l’altro in cui si celebra il 500enario della morte del grande artista che da queste parti ha lasciato opere e segni indelebili del suo passaggio. “Da diverso tempo – spiega Elisa Duranti, operatrice  guida museale della Cooperativa “Poliedro” –  cerchiamo di venire incontro alle esigenze dei turisti che hanno al seguito i loro amici a quattro zampe. In effetti rispettiamo la regola che gli animali possono entrare al museo solamente se tenuti in braccio o in un trasportino.  Quando però il turista che vuole visitare la Pinacoteca ha un cane di taglia medio grande che non può essere portato in braccio e non ha neanche un trasportino per portarselo dietro, offriamo la possibilità di far sostare il cane con noi in biglietteria. Abbiamo chiamato l’angolo dedicato agli animali “PET STOP” –  prosegue entusiasta Elisa – usando un gioco di parole. Offriamo sempre ciotoline con acqua fresca e riparo dalla pioggia e dal sole. In questo modo i turisti sono tranquilli di entrare al  museo con calma senza essere costretti a rinunciare alla visita. In particolare in estate, sempre più spesso, hanno usufruito di questo servizio compreso nel costo del biglietto di ingresso cani di tutte le taglie e anche gatti.” Nel week-end appena trascorso, un labrador, un meticcio ed un esemplare di “beagle”, Molly, che ha varcato il cancello di ingresso sullo splendido giardino rinascimentale, al guinzaglio con i suoi proprietari giunti a Citta’ di Castello da Pavia (nella foto con alle spalle la facciata “mozzafiato” della Pinacoteca), hanno testato il servizio che è stato promosso a pieni voti all’uscita dai rispettivi proprietari.  “Pinacoteca comunale accessibile a tutti anche a loro, gli amici a quattrozampe che sono parte integrante della nostra vita: un servizio che le operatrici della Cooperativa Poliedro offrono a tutti coloro che ci onorano della visita in uno dei palazzi simboli del Rinascimento che custodisce opere di rara bellezza e suggestione ed ora anche un percorso unitario di vallata umbro-toscana con la possibilità di biglietti ridotti nell’ambito del progetto “Valle del Signorelli” in programma fino al 31 dicembre 2023”, che coinvolge 9 comuni, una diocesi e oltre 20 strutture museali nel nome del maestro del Rinascimento”, dichiara l’assessore alla Cultura, Michela Botteghi, nel dare il benvenuto ai turisti e visitatori con cani  gatti al seguito. Un percorso di storia e tradizione che lega anche Firenze, “culla” del Rinascimento e Citta’ di Castello, con e opere dei grandi maestri Raffaello e Signorelli che potrebbe dare luogo a possibili sinergie fra la città metropolitana toscana e il capoluogo dell’altotevere dopo il recente incontro in Pinacoteca, fra il sindaco, Dario Nardella e il sindaco tifernate Luca Secondi affiancato dall’assessore alla Cultura, Michela Botteghi. CDCNOTIZIE/2023/08/07/COMINLINEA/372/GGALLa pinacoteca Comunale di Palazzo Vitelli alla Cannoniera Il Museo trovò sistemazione nell’attuale sede quando nel 1912 Elia Volpi, pittore, restauratore ed antiquario tifernate di fama internazionale, donò al Municipio il cinquecentesco Palazzo Vitelli alla Cannoniera. Costruito in tempi diversi, l’edificio assunse il definitivo aspetto nella prima metà del cinquecento e fu così denominato per la vicinanza di una fonderia o deposito di cannoni. Il Palazzo, nobile esempio di dimora rinascimentale, venne edificato in occasione delle nozze di Alessandro Vitelli e Angela Paola dei Rossi di San Secondo Parmense. Riccamente affrescato, è caratterizzato dalla decorazione a graffito della facciata che guarda il giardino eseguita da Cristofano Gherardi, detto il Doceno, su disegno del Vasari. Vasi, mascheroni, motivi vegetali, putti, cornucopie, uccelli affiancano stemmi e simboli della nobile famiglia Tifernate. Lo scalone che dà accesso al piano nobile è splendidamente affrescato con una complessa decorazione a carattere celebrativo e simbolico: Sibille e Profeti, Apollo e le Muse, Sapienti e Imperatori dell’antichità che sono attribuiti a Cola dell’Amatrice e al Gherardi. La collezione d’opere qui conservata è, per importanza, seconda in Umbria soltanto alla Galleria Nazionale di Perugia. Fra le opere custodite nelle suggestive sale, “Il Gonfalone della Santissima Trinità di Raffaello”, realizzato tra il 1500 e il 1502, anni in cui il giovane maestro era attivo a Città di Castello. Nelle due facce, molto rovinate dall’uso processionale, vengono rappresentate la Trinità e i santi Rocco e Sebastiano e la Creazione di Eva e due angeli. Le figure e la composizione manifestano l’interesse per le opere del Perugino e di Luca Signorelli. La grande pala con la “Madonna in trono” col Bambino e sei angeli del Maestro di Città di Castello, fedele seguace di Duccio di Boninsegna, è il dipinto più antico qui conservato. Seguono le opere di Spinello Aretino, di Giorgio di Andrea di Bartolo, di Antonio Alberti da Ferrara, di Neri di Bicci e di Antonio Vivarini. Unico esemplare di oreficeria è il “Reliquiario del braccio di Sant’Andrea”, datato 1420, attribuito allo scultore fiorentino Lorenzo Ghiberti. L’ingresso della Pinacoteca comunale poi è tornato poco fa quello di un secolo fa: dal portale che si affaccia sui gioielli rinascimentali di Palazzo Vitelli alla Cannoniera e del giardino all’italiana. Palazzo Vitelli alla Cannoniera, oggi sede della Pinacoteca comunale di Città di Castello, è un edificio di enorme interesse storico artistico. Venne eretto tra il 1512 ed il 1532 dalla Famiglia Vitelli in occasione del matrimonio tra Alessandro Vitelli e Angela De Rossi ed ultimato nell’assetto definitivo, nell’anno 1545. In occasione delle nozze venne probabilmente realizzato anche il giardino, completato dalle mura di recinzione e dal portale d’ingresso, che appunto risale alla prima metà del XVI° sec.. Il giardino di Palazzo Vitelli alla Cannoniera era famoso nell’Europa del Cinquecento per la presenza di piante rare ed esotiche, tanto da dare all’intero complesso l’appellativo di ‘Palazzo del Giardino’. Dai documenti sappiamo che qui erano “seminati erbaggi, spalliere di cotogne melograni et rose, luogo di delitia et degno di detto [Alessandro]”. Tra la fine del Cinquecento e gli inizi del Seicento venne realizzato il giardino all’italiana nell’assetto geometrico attuale, dove le siepi di bosso disegnano aiuole dalle forme geometriche e regolari, scandendo lo spazio. La struttura architettonica del complesso è rappresentata con precisione nella veduta riportata nel “Libro di piante di poderi, palazzi, botteghe e altro dell’illustrissima casa Vitelli” di Alessandro Nave del 1699, conservato presso la Biblioteca comunale tifernate. Dalla “Veduta del Palazzo Vitelli alla Cannoniera dalla parte del giardino”, si evince che l’ingresso al Palazzo dal giardino era costituito da un portone di legno incorniciato da un bugnato cinquecentesco in pietra arenaria. L’ingresso, leggermente sopraelevato rispetto al piano stradale, era collegato ad esso per mezzo di una rampa circolare “a conchiglia”. Con l’obiettivo di valorizzare il giardino, è stato installato nel loggiato al primo piano un pannello descrittivo proprio del giardino della Pinacoteca, in italiano e in inglese, in cui è presente anche un’immagine tratta dal manoscritto di Alessandro Nave. Il pannello rientra nell’ambito del progetto di valorizzazione museale RIM – Rete Interattiva Museale Alto Tevere, che coinvolge ben dieci musei dalla valle e di cui il comune di Città di Castello è capofila.    

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