Citta’ di Castello – 163 anni fa le truppe dell’Esercito Sardo entrando in Città di Castello dettero il via alla campagna che portò all’annessione dell’Umbria e delle Marche al futuro regno d’Italia, percorsero l’attuale via XI settembre da Nord “facendovi 70 gendarmi prigionieri” (cfr. relazione del Gen. Fanti del 1° ottobre 1860). Cosi iniziava la campagna che in soli 28 giorni portò prima alla caduta di Ancona e poi dell’annessione dei territori delle Marche e dell’Umbria al Regno D’Italia.
Ieri presso il monumento posto a ricordo dei fatti dell’11 settembre 1860 è stata data memoria a questi avvenimenti che troppo spesso non sono celebrati, ma che rappresentano una tappa importantissima della storia del nostro paese. Le celebrazioni sono state promosse dall’amministrazione comunale con la collaborazione dall’Associazione Nazionale dei Volontari di Guerra di Perugia, che sta ripercorrendo in questi giorni la marcia del IV corpo d’armata del Reale esercito Sabaudo, comandato dal Generale Cialdini, il cui percorso va dal confine dello Stato Pontificio a Città di Castello, la Fratta, Perugia fino a Foligno dove le truppe entrarono il giorno 15 per poi confluire con quelle del V corpo d’armata verso Castelfidardo. L’assessore Rodolfo Braccalenti, ha accolto per la breve cerimonia, in piazza Raffaello Sanzio, i rappresentanti del Comando militare Esercito Umbria, che hanno portato il plauso ed il saluto del Comandante Nazzaro, il Comandante della Stazione dei CC di Città di Castello, il Comandante del Commissariato della Polizia di Stato di Città di Castello, il Comandante della Tenenza della Guardia di Finanza, i labari e i rappresentati della Associazione Nazionale Famiglie dei Caduti e Dispersi in Guerra, della Associazione Nazionale Volontari di Guerra di Perugia, della Associazione Nazionale dei Bersaglieri, Associazione Nazionale della Polizia di Stato. La deposizione della corona presso il monumento è stato anche il momento per ricordare i fatti e le parole del proclama del Generale Enrico Cialdini ai soldati del IV Corpo D’armata, che erano infiammate dalla strage del 20 giugno 1859 in Perugia.