Era il 4 novembre 1922 quando l’archeologo britannico Howard Carter e i suoi compagni, trovarono l’ingresso della tomba di Tutankhamon, nella Valle dei Re.Qualche settimana più tardi giunse finalmente il momento di aprire la tomba:
“Era venuto il momento decisivo. Con mani tremanti praticammo una piccola apertura nell’angolo superiore sinistro…”. “Potete vedere qualche cosa?” chiese il finanziatore degli scavi Lord Carnarvon.“Sì, vedo cose meravigliose!…” rispose l’archeologo quando pose per la prima volta il suo sguardo incredulo all’interno della tomba. I due non credevano ai loro occhi. Prima di allora non era mai stata trovata una tomba egizia conservata così bene.Siamo nella Valle dei Re e quel breve dialogo sancisce la conferma di una scoperta che avrebbe lasciato per sempre il segno nella storia: la scoperta della tomba del faraone Tutankhamon.Il corredo funerario era intatto, come la mummia adagiata in un sarcofago d’oro massiccio. Stipati lì, più di 5 mila oggetti preziosi di diverso tipo, statue divine, umane e animali, sarcofagi, un trono, letti, catafalchi, cocchi, cofani, armi, arnesi, gioielli, i vasi canopi con gli organi estratti dal corpo del sovrano.Uno dei due pugnali trovati avvolti sulla mummia era di un materiale allora molto più prezioso dell’oro: “il ferro del cielo”, vale a dire una lega di nichel e ferro proveniente da un meteorite