La Grotta Nera è situata sul versante orientale della Majella a circa 1.400 m di quota nel territorio di Pennapiedimonte, in provincia di Chieti. E’ una grotta molto interessante caratterizzata da concrezioni peculiari formate con intermediazione biologica, morbide e intrise d’acqua: i rari depositi bianco avorio di “latte di monte”.
Questa concrezione genera stalattiti chiamate “tray” che, insieme alle stalagmiti e alle perle di grotta, caratterizzano l’intera cavità. Numerosi di questi speleotemi pendono dal tetto e dalle pareti della grotta nera, mostrando un andamento obliquo, non verticale. I “tray” della Grotta Nera sono i più grandi mai descritti in Italia; essi si allargano in modo asimmetrico alla base e sono simili a lingue. Per queste sue peculiarità la grotta è inclusa nella lista dei geositi internazionali del Parco. A sviluppo orizzontale e lunga 110 m, la cavità è fortemente condizionata da una serie di faglie, orientate in modo diverso. Una di queste controlla la forma dell’ambiente dove crescono gli speleotemi di “latte di monte” e il suo piano è chiaramente osservabile; diverse radici pendono dal piano di faglia dimostrando che il soffitto della grotta è relativamente sottile. L’eccezionalità delle concrezioni di “latte di monte” è probabilmente dovuta al particolare microclima del vallone dov’è collocata la grotta nera, riccamente vegetato, e alla quota. La temperatura interna è variabile a seconda di dove ci si trova nella grotta, fra i 12 e i 22°C in autunno.
La Grotta Nera, geosito dell’aspirante Geoparco Majella, è sotto esame. Le sue concrezioni calcitiche di “latte di monte” sono rare e particolarmente abbondanti. E’ noto da tempo che si formino grazie alla presenza di batteri. Come tutte le concrezioni di grotta non va mai toccata, ma questa è doppiamente fragile perché è come se fosse “viva”. Anche il solo respiro di potenziali visitatori potrebbe danneggiarla per sempre. Per questo, è stata inserita nelle grotte del progetto europeo Adriaticaves ed è oggetto di un monitoraggio scientifico. Nel caso di Grotta Nera, oltre ai parametri fisici (temperatura, umidità, anidride carbonica e radon) che vengono registrati ormai da più di un anno in questa e in altre cavità carsiche del progetto, con il Prof. Jo De Waele dell’Università di Bologna (BiGeA), si è ritenuto di dover approfondire le ricerche. nQuindi, la Dott.ssa Martina Cappelletti, del dipartimento FaBiT della stessa università, sta ora analizzando da un punto di vista geochimico e microbiologico la bianchissima concrezione, fatta per la maggior parte di acqua.