Lorenzo Franceschi, leader locale di Forza Nuova, si è sempre dichiarato estraneo a quanto accaduto. Era entrato “per curiosità” aveva provato a spiegare il legale dell’aretino nella difesa del suo cliente Urla in aula: “Mo famo la guerra” Il «Ciclone» è stato condannato. E’ arrivata la sentenza a otto anni e due mesi di reclusione per l’aretino Lorenzo Franceschini, leader locale di Forza Nuova. La decisione, ieri, è stata dei giudici della prima sezione penale di Roma nel processo per l’assalto alla sede della Cgil avvenuto nel corso della manifestazione “no green pass” del 9 ottobre 2021.
Franceschini, per tutti il Ciclone appunto, era finito a processo con l’accusa di devastazione, nonostante lui si sia sempre dichiarato estraneo ai fatti per quanto riguarda la devastazione degli uffici: di fronte al gip aveva dichiarato, infatti, di essere subito uscito. Aveva raccontato che quel giorno aveva, sì, preso parte al corteo dei manifestanti No vax e No Green Pass, scesi in piazza per protestare contro le direttive nazionali che rendevano obbligatorio il certificato per accedere ai luoghi di lavoro. Poi, insieme a circa 200 persone si era allontanato dal corteo principale dirigendosi verso la Cgil dove sarebbe entrato “per curiosità”. Il difensore di Franceschi, l’avvocato Mario Giancas pro, aveva basato la sua difesa su due elementi: il fatto che la manifestazione fosse stata autorizzata dalle autorità, e che “il danno è stato esiguo. Pari a 23mila euro”. A niente è servito, perché Franceschini, ieri, insieme ai sette imputati sono stati accusati, a vario titolo, i reati di “devastazione aggravata in concorso”, quello, sempre in concorso, di “resistenza a pubblico ufficiale pluriaggravata”. Otto anni e due mesi di reclusione, nell’udienza dello scorso 16 ottobre la pm Gianfederica Dito per Franceschini aveva chiesto una condanna a 9 anni di pena.
In aula , subito dopo la lettura della sentenza sono esplose le proteste di famigliari e amici degli imputati che hanno gridato “mo famo la guerra”. Tra i cori di protesta in aula si è sentito anche “la gente come noi non molla mai”. “Gli imputati nel corso del loro esame hanno provato a far passare la manifestazione del 9 ottobre 2021 come pacifica, festosa e gioiosa, ma l’istruttoria svolta ha fornito un quadro diametralmente opposto – aveva sottolineato nel corso della requisitoria la pm Dito – alla luce delle univoche dichiarazioni delle forze dell’ordine e dell’enorme mole di video acquisiti sia dalle telecamere di videosorveglianza sia dai filmati presenti su fonti aperte. Quello che ci restituiscono i video e i testimoni sono fatti drammatici e cruenti, una situazione sfociata nel tragico epilogo nell’assalto alla sede della Cgil”. “C’è senz’altro da essere soddisfatti per la condanna, ma che altro si aspetta per mettere fuori legge le organizzazioni neofasciste?”. Così il presidente dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo commenta la condanna dei leader di Forza Nuova e di atri 5 imputati. “Stupisce che i capi d’imputazione siano solo devastazione aggravata in concorso e istigazione a delinquere. Non è stato neppure considerato il reato di ricostituzione del disciolto partito fascista, laddove la legge Scelba del 1952 ne definisce il profilo con inequivocabile chiarezza”.