“La libera informazione non sostituisce la giustizia”.. è quanto praticamente ha detto il procuratore generale di Cassazione, Luigi Salvato, nel corso del suo intervento all’inaugurazione dell’anno giudiziario. Questo il testo preciso:
“Va ribadito che ‘verità giudiziaria’ è solo quella raggiunta nell’osservanza del giusto processo di legge celebrato da magistrati ed avvocati; pretendere di sostituirla con improbabili indagini, abnormi plebisciti, significa distruggere le basi dello Stato di diritto e delle nostre libertà”. (Askanews) In tono ovviamente riverente e rispettoso ci viene da esclamare “ma guarda un po’” Cos’è uno Stato dove uno dei suoi poteri, quello Giudiziario, si sente di dover precisare che la libera informazione non è un potere dello Stato? Siamo in presenza di una deriva incontrollabile dell’informazione (social inclusi) per cui è doveroso un simile intervento? E allora, si facciano nomi e cognomi e, nel caso, si perseguano i responsabili.
Se così non è, che cos’è?
Un messaggio a utenti e operatori dell’informazione perché tornino su una presumibile retta via. ormai smarrita?
Siamo in ambito “inaugurazione anno giudiziario”, non ad una pubblica manifestazione su “giustizia e informazione”. A noi operatori dell’informazione (sui consumatori, nel nostro caso) ci viene un dubbio: cosa abbiamo fatto? Dove abbiamo strabordato, andando oltre i limiti dei codici?
Al momento non lo sappiamo, anche perché non abbiamo procedimenti giudiziari aperti in merito, e quindi chi sono, dove sono, cosa hanno fatto coloro che “pretendono di sostituire (ndr la giustizia) con improbabili indagini, abnormi plebisciti” che distruggerebbero – secondo il nostro PG – le “basi dello Stato di diritto e delle nostre libertà”?
A noi sembra proprio che, quando con l’informazione si stimolano i poteri dello Stato (potere giudiziario incluso) vuol dire che stiamo esercitando una delle libertà tipiche di uno Stato di diritto. Ci preoccupa chi, a fronte di questo esercizio, ci “accusa” di minare invece sia libertà che Stato di Diritto.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc