Il decesso in una clinica di Roma. La donna, 77 anni, era malata da tempo. E’ stata parlamentare per una legislatura. Il padre, Aldo, fu ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978. Maria Fida Moro, primogenita dell’ex presidente del Consiglio dei Ministri Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978, è morta oggi in una clinica di Roma
Era malata da tempo, ma negli ultimi giorni le sue condizioni di salute erano rapidamente aggravate. Aveva 77 anni. Era stata parlamentare per una legislatura.
L’impegno civile e la politica Una vita piena di battaglie, contrastata ma animata sempre da impegno civile e passione (si devono annotare anche sei libri, tra cui «Viaggio con papà», Rizzoli e una piece teatrale). Politicamente turbolenta, Maria Fida venne eletta al Senato in Puglia con la Dc nel 1987 ma si allontanó presto dal partito del padre, passando giá nel 1990 nel gruppo di Rifondazione Comunista come indipendente e quindi, dopo l’esperienza in Senato, al Movimento Sociale (con cui si candidó, senza fortuna come sindaco di Fermo). Poi, l’approdo ad Alleanza Nazionale. E di nuovo altri movimenti: dal partito di Dini con cui si presentó alle Europee del 1999; alle amministrative a Roma nel 2016 in una lista del Centro Democratico (sempre con poco successo).
Il movimento Quindi anche l’avventura personale, quando nel 2013 assieme al figlio Luca (l’amato nipote di Moro, citato più volte dal presidente nelle lettere dalla prigionia) fondó il movimento cristiano sociale denominato “Dimensione Cristiana con Moro”, ispirato proprio alla politica dello statista democristiano. Ma anche dal punto di vista familiare la vita di Maria Fida Moro non ha mancato di offrire curve di sofferenza e di travaglio. Prima dei quattro figli dell’ex leader della Democrazia Cristiana, il 19 luglio 2010 fu l’unica tra i fratelli a non partecipare al funerale della madre, Eleonora Moro. Diceva di aver subito tre pre-infarti e alcuni tumori, con molte ricadute.
La sfida vinta L’ultima sfida, peró, Maria Fida era riuscita a portarla a termine. Quella per il riconoscimento delle misure riparatrici previste dalla legge per i figli delle vittime del terrorismo (ovvero, l’esenzione fiscale sui redditi pensionistici e una maggiore anzianità contributiva: norme introdotte nel 2004 con l’intento di garantire alle vittime e ai loro familiari; ma a lei mai riconosciute). C’era voluta una lunga battaglia giudiziaria (assistita dall’avvocato Domenico Menorello) e quindi una spinta politica, per muovere le Camere. «Mio figlio ed io esprimiamo sconfinata gratitudine alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni per questo inatteso dono – disse Maria Fida nel marzo dell’anno scorso – che mi ha comunicato che la Camera dei Deputati si è mossa fattivamente per l’applicazione della legge 206 del 2004 in favore di Aldo Moro. Legge della quale ho chiesto l’applicazione per quasi vent’anni di seguito ed avevo perso la speranza. È un miracolo che rassicura sul fatto che suo nonno è finalmente equiparato alle altre vittime e non c’è più una disparità ingiusta a ferirci ulteriormente».