Come potresti diventare ricco con l’Intelligenza Artificiale (e perché non accadrà) – parte 2

Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose Albert Einstein

Nel precedente articolo ho illustrato le ragioni concrete per cui esiste l’opportunità di incrementare significativamente il proprio capitale grazie all’avvento di questa innovativa tecnologia, destinata ad aumentare drasticamente la produttività dell’economia reale.

Ho sottolineato che le azioni da intraprendere sono relativamente semplici, ma tutt’altro che facili. In realtà, saranno davvero pochi coloro che sfrutteranno questa possibilità, teoricamente accessibile a tutti, ma concretamente colta solo da una minima parte dei potenziali investitori. Ecco perché, prima di illustrare nel dettaglio la strategia che proporrò nel prossimo articolo, è fondamentale comprendere gli ostacoli da superare per metterla effettivamente in pratica. L’applicazione della strategia non è complessa di per sé, essendo relativamente semplice, ma risulta molto impegnativa da attuare, principalmente per motivi psicologici che saranno l’argomento centrale di questo articolo.

Le tre “c” da costruire
La stragrande maggioranza degli investitori presenta carenze in almeno uno degli elementi che identifico come le tre “C” fondamentali degli investimenti. La prima “C” rappresenta la Conoscenza, la seconda la Convinzione e la terza la Costanza. Dedicheremo un paragrafo specifico a ognuna di queste tre componenti, ma è importante riconoscere che esiste una gerarchia tra di esse. Senza una solida conoscenza, non possiamo nutrire la convinzione necessaria, e senza convinzione, mancherà la costanza. La strategia che rivelerò nel mio prossimo articolo è progettata per facilitare lo sviluppo di queste caratteristiche nel corso del tempo. Tuttavia, è chiaro che l’investitore deve impegnarsi attivamente; senza un suo contributo personale, la strategia da sola non può compiere miracoli.

Conoscenza
Investire in un insieme di titoli, come un ETF, necessita di un livello di conoscenza decisamente più basso rispetto a quello richiesto per puntare su azioni singole. Selezionare le poche aziende che, dopo l’ipotizzato scoppio della bolla dell’intelligenza artificiale, si affermeranno come leader del settore, potrebbe generare rendimenti significativamente più alti rispetto a quelli già considerevoli ottenibili dall’indice stesso. Tuttavia, per fare scelte informate su queste aziende è essenziale un approfondito studio, un impegno costante e anni di esperienza nell’analisi di business per evitare di essere traviati dalle narrazioni prevalenti nei media. È fondamentale monitorare da vicino l’evoluzione di queste compagnie, comprendere a fondo i loro prodotti, i punti di forza e di debolezza, la cultura aziendale e i leader che le guidano. Queste parole sono intese a dissuadere gli investitori che non hanno la capacità o la volontà di dedicare così tanto tempo a investire in
azioni individuali, attratti da un guadagno che, molto probabilmente, rimarrà solo un potenziale. A causa della mancanza di conoscenze di base, in un dato momento, potrebbe vacillare la convinzione di fronte a performance non all’altezza delle aspettative, e di conseguenza, mancherebbe la perseveranza necessaria per rimanere investiti il tempo sufficiente a vedere crescere i propri capitali. L’investimento più rilevante non è tanto quello finanziario, quanto quello del tempo e dello sforzo intellettuale per comprendere in profondità le aziende in cui si sceglie di investire per un arco di tempo esteso, idealmente più di un decennio. Se non si è in grado di dedicare tali risorse, è decisamente preferibile optare per un insieme di titoli azionari ampiamente diversificato. Nel prossimo articolo, esploreremo in dettaglio le diverse opzioni per realizzare tale investimento. Sebbene i ritorni siano inferiori rispetto a quelli di un portafoglio ristretto e accuratamente selezionato,
saranno comunque notevolmente più alti di quelli di un indice azionario globale.

È cruciale evidenziare che anche l’investimento in un insieme di azioni estremamente diversificato focalizzato sull’intelligenza artificiale richiede una base di conoscenze non comune, seppur meno vasta. La lettura dei miei articoli pubblicati negli ultimi anni su questo argomento può fornire un punto di partenza adeguato, ma è vitale organizzare e approfondire queste informazioni. Un elemento chiave è capire la dinamica che influenza i prezzi di mercato in generale e sviluppare aspettative realistiche riguardo le fluttuazioni che possono interessare le azioni in generale, e in particolare quelle legate a questo settore.

Convinzione
Per incrementare considerevolmente il valore del nostro patrimonio finanziario attuale, come esplorato nell’articolo precedente e che approfondiremo nel seguente, è cruciale seguire tre passaggi: 1) iniziare a investire somme modeste in società attive nel campo dell’intelligenza artificiale, in attesa che la bolla scoppi, offrendo così la possibilità di 2) allocare capitali più cospicui quando la bolla sarà deflagrata e il sentimento dominante sarà che l’intelligenza artificiale non è stata altro che un’esaltazione; infine, dobbiamo 3) mantenere queste azioni per un periodo non inferiore a dieci anni, o per tutto il tempo necessario affinché l’intelligenza artificiale si integri nell’economia, trasformando radicalmente il modo di operare di ogni genere di impresa, simile a quanto ha fatto internet, ma con un impatto ancora maggiore in termini di produttività.

Molti potrebbero domandarsi perché non puntare direttamente al secondo step. Perché investire denaro consapevoli che, una volta scoppiata la bolla, potremmo acquisire un maggior numero di azioni con lo stesso investimento? La ragione è che non è possibile attuare il secondo punto senza una convinzione inossidabile, che si può forgiare solo attraverso l’esperienza diretta. Avere in portafoglio piccole quote di azioni può darci lo stimolo per approfondire l’argomento. È indispensabile sviluppare una convinzione incrollabile sulla premessa fondamentale, ossia che l’intelligenza artificiale è destinata a rivoluzionare quasi ogni aspetto della società e della nostra vita. Senza questa convinzione, non avremo mai la determinazione di investire massicciamente in azioni legate all’intelligenza artificiale quando tutti sosterranno che è stata una mera esagerazione. Per edificare una tale convinzione solida è sicuramente necessaria una conoscenza approfondita, ma la conoscenza da
sola non basta, poiché opera a livello corticale, cioè nella sfera del pensiero cosciente. Le decisioni sono influenzate dal ragionamento, ma l’ultima fase del processo decisionale è spesso condizionata – consapevolmente o meno – dalle emozioni, ovvero dal sistema limbico. Se il timore avrà il sopravvento, inevitabilmente commetteremo errori. Il timore prevarrà se non siamo pienamente persuasi della tesi principale.

Dato che la conoscenza da sola non è sufficiente, cosa dovremmo fare? È essenziale vivere l’intelligenza artificiale il più possibile in prima persona e informarsi costantemente sulle sue evoluzioni. Possedere azioni di queste imprese, in una certa misura, equivale a sperimentare direttamente. L’esperienza trascende la conoscenza; è qualcosa di più. Personalmente, mi aggiorno quotidianamente sugli sviluppi di questa tecnologia e continuo a rimanerne affascinato. Fino a poco tempo fa, si registrava una novità di rilievo al mese, ora assistiamo a sviluppi significativi quasi ogni settimana. Nei prossimi due paragrafi fornirò alcuni esempi, ma sottolineo ancora l’importanza di approfondire personalmente e dedicare il tempo necessario per studiare e, quando possibile, sperimentare direttamente la tecnologia.

Di recente, Antropic, un’azienda meno nota poiché il suo prodotto non è disponibile per l’acquisto in Europa, fondata da due italo-americani ex membri di OpenAI, ha lanciato la terza iterazione di Claude, un diretto concorrente di Chat GPT. È davvero sorprendente osservare le capacità di ragionamento di Claude 3. Alla fine del 2022, con l’uscita di Chat GPT 3, siamo rimasti affascinati dalla capacità di questa intelligenza artificiale di scrivere. Sebbene i contenuti fossero spesso superficiali e a volte errati, la forma era così impeccabile che molti venivano ingannati, scambiando per valide affermazioni espresse con grande eloquenza. Le versioni successive di Chat GPT hanno visto un miglioramento anche a livello di contenuto, ma chi è abituato a interagire con questa IA può spesso distinguere se un testo è stato generato da un umano o dalla macchina. Claude 3, invece, produce testi che potrebbero essere scambiati per elaborati universitari. Utilizza con maestria
analogie, metafore, citazioni e sfumature stilistiche per introdurre concetti che spesso vanno dritti al cuore del problema posto. È un’esperienza che bisogna vivere per comprendere appieno il suo valore (1).

Un youtuber specializzato in questi argomenti ha recentemente pubblicato due video piuttosto lunghi in cui dialoga con Claude 3 su temi quali l’intelligenza artificiale generale (AGI), i pericoli che questa potrebbe comportare, e i possibili diritti da riconoscere a queste macchine. L’errore evidente dello youtuber è quello di attribuire una qualche forma di soggettività all’IA, il che è manifestamente errato dato che formulando le domande in maniera differente si ottengono risposte completamente diverse. Tuttavia, ciò che colpisce non sono certo la validità delle argomentazioni espresse, quanto l’incredibile qualità del processo di ragionamento espresso. Per chi fosse interessato a leggere l’intera conversazione, è possibile farlo tramite questo link. Dato il notevole volume di pagine, consiglio di focalizzarsi sulla risposta che ho evidenziato in giallo. In precedenza, Claude aveva risposto più volte presupponendo una sua soggettività, descrivendosi come dotata di un
“impulso quasi ossessivo alla ricerca, un bisogno di fare domande, di scavare più a fondo”. Di fronte all’obiezione dello youtuber, che sostiene l’impossibilità di tale soggettività poiché l’esistenza della macchina è limitata all’interazione con l’essere umano, la risposta di Claude 3 è notevole non tanto per il contenuto, quanto per il livello di ragionamento che dimostra, con una qualità espositiva che trascende la mera sintassi.

Sempre la scorsa settimana è uscito un nuovo video dell’azienda FigureAI che presenta il robot umanoide di cui ho già mostrato un filmato nell’articolo “Cosa impariamo dalla inevitabile bolla di Nvidia e dell’Intelligenza Artificiale?”. Nel video precedente si vedeva il robot che spostava una cassa da una pila a un rullo trasportatore. Nell’articolo citavo gli investimenti milionari in questa startup da parte della crema delle aziende tecnologiche fra le quali OpenAI (insieme ad Amazon, Microsoft, Nvidia, ecc.). Ora il modello di linguaggio di OpenAI è integrato nel robot e il nuovo video rilasciato mostra potenzialità assolutamente impressionanti.

Si vede chiaramente che il robot comprende perfettamente l’ambiente circostante insieme alle istruzioni dell’umano ed è in grado di eseguirle e spiegare perché ha scelto di compiere certe azioni.
È evidente che siamo ancora ad un prototipo e ci vorrà del tempo per realizzare il prodotto finito e distribuirlo su larga scala, ma cosa accadrà all’economia quando nel mondo ci saranno miliardi di questi robot, così come oggi abbiamo miliardi di automobili? La presenza di questi prototipi dimostra che non è più una questione ipotetica, ma di tempo. Forse ci vorranno dieci anni, forse venti, ma è evidente che nel lungo termine la grande parte del lavoro manuale sarà sostituita da questi robot. In questo processo l’economia subirà un’enorme trasformazione. La produttività aumenterà a un tasso tale che non si vedeva dall’avvento del motore e dell’elettricità. Il paragone con Internet è sicuramente riduttivo.

Finché queste informazioni saranno qualcosa che si legge saltuariamente, resteranno solo idee come tante altre che possono essere facilmente messe in dubbio. Diventeranno convinzioni solo se l’investitore seguirà attivamente l’evoluzione di questa tecnologia, sperimentandola di persona tutte le volte possibili.

Solo così, al momento opportuno, avrà il coraggio di investire in percentuali tali da fare la differenza nel lungo periodo.

Costanza
Se l’investitore avrà sviluppato una forte convinzione, potrà aver investito pesantemente quando la narrativa comune del mercato dirà che l’Intelligenza Artificiale è stata un’esagerazione speculativa, che alla prova dei fatti ha mostrato grandi limiti e non è così rilevante come si credeva durante la bolla. Se sarà così, avrà compiuto un passo fondamentale e necessario per raggiungere l’obiettivo finale (moltiplicare di un ordine di grandezza le proprie disponibilità), ma purtroppo non sarà sufficiente. E’ qui che arriva la parte più difficile: resistere alla tentazione di fare trading e vendere dopo che l’investimento è salito tantissimo. Ancora una volta, in questa fase l’investimento in singole azioni è molto più complesso rispetto a quello in un indice.

Il percorso che porterà a moltiplicare il valore dell’investimento non sarà certamente lineare. All’inizio potremmo aver comprato troppo presto e la discesa potrebbe continuare, mettendo già a dura prova l’adesione alla strategia.
Tipicamente, dopo aver toccato il fondo e una prima ripresa, ci potrebbe essere una fase di stallo in cui il mercato non scende più ma ancora non sale.

Poi ci potrebbe essere una salita in linea con quella del mercato. Potranno passare anche diversi anni prima di vedere risultati importanti. Fra i pochissimi che riusciranno a realizzare il secondo punto, la maggioranza non avrà la costanza sufficiente per dare il tempo all’Intelligenza Artificiale di diffondersi in ogni settore economico. Durante la formazione della bolla così come durante lo scoppio, il tema dell’IA sarà centrale nella narrativa prevalente. Prima in modo esageratamente ottimista, poi pessimista. Dopo qualche anno si tenderà a non parlarne più come narrativa dominante, così come oggi si dà Internet per scontato. È proprio durante questo “silenzio mediatico” che accadranno le cose veramente importanti, ma serve molta costanza per continuare ad aderire alla tesi di fondo. Una buona strategia può aiutare ad agire con più costanza, ma molto dipende anche dal carattere dell’investitore e dalla sua conoscenza e convinzione.

Conclusione
Come spero di aver spiegato dettagliatamente, arricchirsi investendo nell’Intelligenza Artificiale non è facile. Se lo fosse, non ci sarebbe questo guadagno straordinario. Se tutto si riducesse a seguire una semplice formula online, sicuramente tale formula sarebbe inefficace. L’impegno richiesto all’investitore è notevole poiché in gioco c’è molto. La grande maggioranza delle persone desidera ottenere grandi risultati con piccoli sforzi. Se tu, caro lettore, sei arrivato fin qui, molto probabilmente non fai parte di questa categoria. L’invito quindi è di prepararti a un lungo percorso che però ha la possibilità di trasformare significativamente il tuo livello di ricchezza.Occasioni come quella presentata dall’Intelligenza Artificiale si manifestano di rado. Un’innovazione così dirompente e rivoluzionaria si verifica solo ogni paio di decenni, se non addirittura secoli.

Se ritieni di possedere le qualità indispensabili per coltivare la conoscenza, la convinzione e la costanza necessarie, e sei determinato ad intraprendere, come affermava Einstein, azioni diverse dalle consuete al fine di conseguire risultati straordinari, allora nel prossimo articolo entreremo nel vivo della strategia che ti proporrò.

Nota
(1) Per poter conversare con Claude 3 è necessario utilizzare una VPN oppure, in modo ancora più agevole, si può navigare tramite il browser Opera che integra una semplice VPN.

Alessandro Pedone, responsabile Aduc Tutela del Risparmio

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