PIEVE SANTO STEFANO – Introduzione di Alessandro Portelli | Interventi di Camillo Brezzi, Umberto Gentiloni Silveri, Loretta Veri Torna in libreria per Donzelli Roma ’44. Le lettere dal carcere di via Tasso di un ragazzo martire alle Fosse Ardeatine di Orlando Orlandi Posti.
Portato alla luce grazie al lavoro dell’Archivio diaristico di Pieve Santo Stefano e pubblicato per la prima volta nel 2004, il diario di Orlando in questi venti anni ha dato il via a numerose iniziative che ne hanno riverberato la «storia nelle scuole, nei teatri, in televisione, in libreria, sui social media, nei musei, creando connessioni e nuovi stimoli che rendono Orlando Orlandi Posti vivo nella memoria di tanti», come ricorda Loretta Veri nel suo contributo
Nell’ottantesimo anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine il diario torna in libreria in una nuova edizione arricchita inoltre dagli interventi di Camillo Brezzi e Umberto Gentiloni Silveri, e da una nuova introduzione di Alessandro Portelli. Dieci giorni prima di essere fucilato alle Fosse Ardeatine, Orlando aveva compiuto diciott’anni nel carcere di via Tasso a Roma. Vi era stato rinchiuso il 3 febbraio per aver preso parte ad alcune azioni della Resistenza, catturato dalle SS durante una retata nel quartiere di Montesacro. Prima di mettersi in salvo, Orlando era corso ad avvisare i compagni, e poi a salutare la madre e Lella (Marcella), la ragazza che amava, ma era caduto in trappola. Nel buio della prigione, Orlando Orlandi Posti, detto Lallo, torturato, morso dalla fame, tra momenti di sconforto e abbattimento, e altri di improvvisa speranza e fiducia, in cui si slancia in piani di studio e di lavoro per il futuro, cerca il contatto con l’esterno, con la madre, con Marcella. E allora scrive, racconta di sé, di quello che sta vivendo, di quello che prova, e lo fa sfruttando pezzetti di carta che nasconde nella biancheria da lavare. I piccoli fogli che compongono questo diario sono una testimonianza preziosa, di cui ciò che impressiona è proprio l’apparente, drammatica, «quotidianità» del loro contenuto. Orlando è un ragazzo che pensa di avere una vita davanti a sé, ripercorre la breve esistenza trascorsa e matura finalmente una decisione che accarezzava da un po’: uscito dal carcere studierà con fervore, vuole diventare medico, capisce di essere nato per questo, per aiutare gli altri, si iscriverà alla Facoltà di Medicina: «mi sento spinto da un intimo altruismo a fare del bene a tutti gli esseri umani», confessa a Marcella.
Il 24 marzo 1944 viene ucciso.
Orlando Orlandi Posti nacque a Roma il 14 marzo 1926. Dopo l’8 settembre 1943 aderì al Partito d’Azione e fu uno degli animatori dell’Associazione rivoluzionaria studentesca italiana. Il 3 febbraio 1944, salvò i suoi compagni da una retata dei tedeschi nel quartiere Montesacro ma cadde nelle mani delle SS. Rinchiuso nel carcere di via Tasso, fu fucilato il 24 marzo alle Fosse Ardeatine.
Il carcere di via Tasso, al numero civico 145, è oggi sede del Museo Storico della Liberazione. Durante l’occupazione nazifascista di Roma (10 settembre 1943 – 4 giugno 1944) fu sede del Comando del Servizio di Sicurezza delle SS, guidato dal colonnello Herbert Kappler.
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