Nella valle delle Miliane ouadi si trovano gli imponenti resti dell’acquedotto più lungo mai costruito dai Romani che portava acqua alla città di Cartagine. La sua costruzione ha richiesto un importante intervento di ingegneria civile durato diversi anni. Costruita sotto Adriano tra il 120 e il 131 e restaurata nel 203 da Settimio Severo, fu danneggiata dai Vandali e ricostruita in epoca bizantina.
Le acque venivano trasportate verso la città direttamente dalle sorgenti della regione di Zaghouan, l’antica Ziqua romana lungo un percorso che si estendeva per 132 km.Ampi tratti della campagna restano oggi di quell’imponente costruzione che si è svolta in mezzo alla pianura cartaginese. La struttura dell’acquedotto era un semplice arco sul quale scorreva il canale che trasportava l’acqua.I resti mostrano la grandezza di questi archi che raggiungono anche oltre 10 metri di altezza. L’acquedotto fu rovinato dagli arabi durante l’assedio di Cartagine nel 698, ma fu riattivato dai Fatimidi nel X secolo. e restaurato nel XIII secolo da el-Mostancir, a cui risalgono numerose deviazioni. Per tutta la sua lunghezza, l’acquedotto mostra diverse tecniche di costruzione, testimonianza dei numerosi restauri che ha subito. Le parti più antiche sono fatte di blocchi di pietra, le più recenti in mattoni o terracotta.