Il consiglio comunale impegna l’amministrazione comunale a supportare le esigenze di cura della popolazione anziana in Altotevere: approvato l’ordine del giorno di Arcaleni (Castello Cambia), emendato dai gruppi della maggioranza consiliare Con i 13 voti favorevoli di PD, PSI, Lista Civica Luca Secondi Sindaco, Castello Cambia, Lega e l’astensione di Castello Civica, il consiglio comunale ha approvato l’ordine del giorno della capogruppo di Castello Cambia Emanuela Arcaleni, emendato dai consiglieri dei gruppi della maggioranza, per lo sviluppo di un’azione di supporto alle cure per la popolazione anziana in Altotevere.
Con la deliberazione la massima assise cittadina ha impegnato l’amministrazione comunale “ad attivarsi al fine di conoscere la situazione della popolazione anziana e il dato di accesso alle cure, a partire dalla fascia dei 65enni, dei residenti nel comune, in relazione ai tempi di attesa dopo la richiesta di esami diagnostici e di visite specialistiche e in quali sedi mediche essi vengono destinati, considerando anche questo dato come grave elemento di rinuncia”; “a chiedere ad ASL , e nello specifico al servizio CUP, il dato di rinuncia effettivo degli stessi utenti, dopo un primo accesso al servizio di prenotazione”; “a richiedere l’implementazione del servizio di supporto logistico e di trasporto nel caso di pazienti anziani inviati presso sedi ospedaliere fuori dal comune e impossibilitate a spostarsi autonomamente, previo confronto con i direttori sanitari nelle competenti commissioni”. Illustrando l’ordine del giorno, la consigliera Arcaleni ha indicato l’obiettivo di “fare chiarezza sui dati della sanità in Altotevere riguardanti gli anziani, in modo da poter supportare questi cittadini nelle loro esigenze di cura”. “Su questo versante scontiamo due questioni gravi a mio avviso – ha spiegato la rappresentante di Castello Cambia – una carenza di sanità territoriale, che sarebbe invece la una delle risposte più importanti alla problematica dell’assistenza domiciliare per gli anziani, la fascia di popolazione che avrebbe più beneficio da una rete efficace, e il fatto che, malgrado gli impegni presi in tempo di COVID dalla Regione rispetto all’apertura di una nuova RSA non più presso l’ospedale di Città di Castello, come era prima, ma in un’altra struttura, in realtà questa cosa non sia avvenuta”. “Anzi – ha proseguito Arcaleni – si è aperta semplicemente la RSA con pochi posti all’ospedale di Umbertide e solo temporaneamente questa RSA è stata ritrasferita presso l’ospedale di Città di Castello per completare i lavori nel vicino nosocomio: ma questo non significa un aumento del servizio, che non c’è stato, visto che è stato semplicemente spostato”. Citando i dati dell’’indagine “Passi d’Argento”, la consigliera di minoranza ha segnalato che “nel biennio 2021-2022, il 33.8 per cento degli Umbri ultra 65enni ha dichiarato di aver rinunciato a visite mediche e ad esami diagnostici” e che “tale valore è peggiore rispetto al trend nazionale, dove la rinuncia alle visite mediche si ferma al 24,3 per cento”. “La motivazione della lunghezza delle liste di attesa come giustificazione della rinuncia – ha puntualizzato Arcaleni – è passata in Umbria dal 10 per cento nel 2020 al 23 per cento nel 2021 e ha raggiunto il 49 per cento nel 2022”. “Considerando che a Città di Castello nel 2023 il 26,3 per cento della popolazione è composta di anziani, rispetto al 21,9 per cento del 2004, per un totale di circa 10.000 persone – ha evidenziato la capogruppo di Castello Cambia – è necessario che l’amministrazione comunale si attivi nei confronti dell’USL Umbria 1 per conoscere i dati delle rinunce alle cure e agli esami diagnostici da parte degli anziani e intervenga per supportarne le loro esigenze di spostamento”. Il capogruppo del PD Gionata Gatticchi ha preso la parola per puntualizzare che “parte di quello che scrive la consigliera Arcaleni nel dispositivo già viene fatto da dalla nostra amministrazione comunale”, ricordando che “questo Comune già al tempo del COVID metteva a disposizione un servizio di trasporto degli anziani per esigenze sanitarie in convenzione con Croce Bianca e oggi assicura lo stesso servizio, gratuito, con il Pronto Intervento Sociale, attivandosi dietro le segnalazioni, dell’USL Umbria 1 e dei medici di base, delle persone impossibilitate a muoversi”. Giudicando l’atto “per molti aspetti condivisibile”, il rappresentante della maggioranza ha comunque indicato la necessità di modificare il dispositivo dell’ordine del giorno, “rimuovendo la parte in cui invita l’amministrazione a predisporre un servizio di trasporto per gli anziani che già viene assicurato” e ha sottolineato “l’opportunità di un passaggio nella commissione consiliare deputata, alla presenza dei due direttori sanitari della Regione e dell’Usl Umbria 1, perché è di tutta evidenza che il Comune non può provvedere da solo ed è necessario un confronto con tutte le parti in causa”. La consigliera Arcaleni ha recepito le proposte di emendamento del gruppo consiliare del PD e degli altri gruppi di maggioranza, modificando il dispositivo dell’ordine del giorno. Prima del voto, il capogruppo della Lega Valerio Mancini si è dichiarato favorevole all’ordine del giorno. “Si parla di criticità che abbiamo sempre denunciato, sempre rappresentato”, ha spiegato Mancini, che ha evidenziato: “ho visitato i pronto soccorso di mezza regione e ho verificato che il 90 per cento degli accessi di utenti è totalmente non attinente ai casi di emergenza, questo perché la rete primaria di protezione dei pazienti, dal medico di famiglia alle guardie mediche, non riesce a fare da filtro”. “Questo ci impone un’educazione sanitaria, ci impone di rafforzare quello che dice la consigliera Arcaleni e soprattutto ci impone di accelerare, una cosa che noi chiediamo di fare a tutti, compresi gli operatori sanitari”, ha sostenuto il rappresentante della Lega, che ha comunque precisato: “prima della pandemia in tutta Italia e in Umbria le liste d’attesa avevano delle sofferenze, ma erano gestite. Poi abbiamo chiuso per motivi d’urgenza tutta la diagnostica e tutta l’interventistica, ma il fatto che il governo di Centrodestra abbia aperto una commissione d’inchiesta sulla gestione del COVID dimostra che qualcosa che non è andato per il verso giusto”.