CITTA’ DI CASTELLO – citando l’analisi basata sui dati ufficiali dei flussi turistici dell’AUR fornita da Federalberghi Umbria. “Tra 2019 e 2023 nel comprensorio dell’Altotevere l’11,5 per cento in più negli arrivi e il 6,3 per cento in più nelle presenze, con un aumento rilevante degli stranieri. Città di Castello, tra 2022 e 2023 ha registrato un trend turistico in crescita, con una permanenza media di 2,68 giorni, di poco superiore alla media regionale e a quella della provincia di Perugia”
“Nel periodo 2019-2023 nel comprensorio dell’Altotevere si è evidenziata una crescita dell’11,5 per cento negli arrivi e del 6,3 per cento nelle presenze, con un dato particolarmente rilevante nei confronti del mercato straniero, che ha fatto registrare un incremento del 27,6 per cento negli arrivi e del 13,3 per cento nelle presenze. Città di Castello, tra 2022 e 2023 ha registrato un trend turistico in crescita, con una permanenza media di 2,68 giorni, di poco superiore alla media regionale e a quella della provincia di Perugia. Questo sia per quanto riguarda i turisti italiani, sia per quanto riguarda gli stranieri, i quali, con un più 2,8 per cento sugli arrivi e con un più 6,6 per cento nelle presenze, hanno prodotto complessivamente una variazione positiva nella permanenza media del più 3,9 per cento rispetto al 2022”. E’ quanto ha riferito in consiglio comunale l’assessore al Commercio e al Turismo Letizia Guerri, citando l’analisi dei flussi turistici basata sui dati ufficiali dell’Agenzia Umbria Ricerche che è stata messa a disposizione da Federalberghi Umbria, a cui l’amministrazione ha chiesto una valutazione come soggetto terzo per rispondere all’interpellanza dei consiglieri Tommaso Compagni (FI), Elda Rossi e Riccardo Leveque (FDI), Andrea Lignani Marchesani (Castello Civica), Roberto Marinelli (Lista Civica Marinelli Sindaco) e Valerio Mancini (Lega) sui dati riguardanti il turismo altotiberino. “L’amministrazione comunale non ha fornito dati parziali sul turismo, ma ha riferito semplicemente, e correttamente, i contenuti della ricerca dell’AUR nel periodo 2019-2023, dalla quale emergeva per la prima volta il riscontro positivo dell’aumento dell’11,5 per cento negli arrivi nel comprensorio”, ha chiarito Guerri. “L’amministrazione comunale – ha spigato l’assessore – lavora in contatto diretto con gli operatori del settore turistico e con le associazioni di categoria. Questo confronto costante, da cui emergono analisi e scelte di investimento che sono state alla base della programmazione di questi due anni e mezzo, sarà ulteriormente rafforzato con l’applicazione della tassa di soggiorno, perché entro il 31 ottobre di ogni anno riuniremo il tavolo per concertare con tutti i portatori di interesse come destinare i proventi dell’imposta e lo aggiorneremo ogni sei mesi per il necessario monitoraggio”. In aula la consigliera Rossi aveva presentato l’atto, riferendosi al comunicato stampa dell’amministrazione comunale del 20 febbraio scorso che, citando l’indagine dell’AUR, riportava il dato dell’incremento dell’11,5 per cento degli arrivi in Altotevere nel periodo 2019-2023. “Il dato su cui valutare la crescita turistica di un territorio – aveva eccepito la rappresentante di FDI – non si basa però sul numero degli arrivi, che è la rappresentazione di un passaggio mordi e fuggi, ma su quello delle presenze turistiche, perché è quest’ultimo che fornisce il numero reale dei pernottamenti negli esercizi ricettivi, che ne determina il valore effettivo sull’indotto turistico e la conseguente produttività per tutta la filiera”. “Se ci vogliamo soffermare su questi dati espressi da AUR, nel comprensorio dell’Alta Valle del Tevere, a fronte del più 11,5 per cento di arrivi, abbiamo un numero di presenze che sale, però, solo del 6,3 per cento. Riscontri numerici nei quali, tra l’altro, non sappiamo quanto possa incidere il contributo reale del nostro comune, perché questo comprensorio comprende ben altri sette comuni”. In questo contesto, Rossi aveva citato “i numeri sui flussi turistici in Umbria nel 2023 elaborati dalla piattaforma Turismatica, che riporta dati dal 2000”, riferendo di “numeri peggiori per l’Altotevere: arrivi al 3,7 per cento, che ci pongono al terz’ultimo posto in Umbria davanti solo al tuderte e all’amerino, e presenze al 4,6 per cento, per le quali siamo quart’ultimi, prima della Valnerina, del tuderte e all’amerino”. “L’introduzione della tassa di soggiorno può portare a rincarare i costi di permanenza dei pochi turisti che si fermano nel nostro territorio e non si può pensare di rimpinguare le casse comunali senza che ci sia ancora ad oggi un programma vero di investimento”, aveva aggiunto la consigliera, segnalando “la mancanza di servizi, dai bagni agli infopoint, dai parcheggi al servizio di trasporto verso i siti storici, artistici e culturali del comprensorio, ma anche una cartellonistica carente”. “E’ necessario che l’amministrazione parta da una valutazione completa ed oggettiva dei dati reali e del loro utilizzo per trovare e programmare soluzioni concrete, che incidano sullo sviluppo del comparto turistico altotiberino”, aveva concluso Rossi, chiedendo conto non solo delle “motivazioni che hanno portato l’assessore a pubblicizzare un dato parziale, che non fornisce ai cittadini e soprattutto ai titolari delle strutture ricettive e agli stakeholders turistici un’analisi reale del loro comparto lavorativo”, ma anche “quali interventi, con quali investimenti, siano stati attuati in questi anni dall’amministrazione per garantire una promozione di presenze turistiche nel nostro comprensorio altotiberino”. Nel rimarcare a proposito dei dati turistici che “gli stessi operatori del settore sostengono che non esistono presenze senza arrivi”, l’assessore Guerri ha fatto presente che “proprio attraverso il confronto con gli operatori di settore del nostro territorio, al quale l’amministrazione comunale ha sempre tenuto, è stato possibile intraprendere quelle azioni di promozione turistica che, come detto più volte, si dividono in due grandi rami: una promozione diretta, con grandi eventi e iniziative di carattere nazionale, e una promozione turistica in senso più ampio e a medio-lungo termine, sulla base delle indicazioni che abbiamo ricevuto dagli operatori, come la campagna all’aeroporto San Francesco di Assisi insieme alla Fondazione Burri, la presenza al TTG di Rimini, il progetto del cicloturismo in un settore che vede l’Umbria in testa in Italia, l’esposizione sui media nazionali, le uscite sulle riviste di settore”. In questo contesto, Guerri ha portato ad esempio l’investimento promozionale su una manifestazione come Retrò, “che ad aprile festeggerà i suoi quarant’anni e che dal 2022 al 2023 ha registrato un più 20 per cento di espositori”. L’assessore ha quindi letto l’analisi di Federalberghi Umbria, alla quale l’amministrazione comunale si è rivolta come soggetto terzo per rispondere all’interpellanza. Per Città di Castello, di gran lunga il comune più significativo in termini di posti letto all’interno del comprensorio, l’associazione per il 2023 ha certificato 56.814 arrivi e le 152.000 presenze, confermando il trend di crescita rispetto al 2022.La differenza rispetto al 2022 tra arrivi e presenze tra il comprensorio e Città di Castello, vede l’incremento degli arrivi a favore del comprensorio e quello delle presenze a favore del comune, “probabilmente – dice Federalberghi – motivati dalle tipologie ricettive esistenti e da alcuni eventi particolarmente significativi organizzati o promossi dal comune capofila”. Nel 2023 l’analisi di Federalberghi ha evidenziato nel comprensorio dell’Alta Valle del Tevere 233.135 arrivi totali (più 6,8 per cento rispetto al 2022) e 578.463 presenze totali (più 4,5 per cento rispetto al 2022). Il confronto con il 2019 evidenza nella vallata l’exploit rispetto al mercato estero, sia per quanto riguarda gli esercizi alberghieri, con un più 46,3 per cento di arrivi e un più 32,4 per cento di presenze, confermato anche dall’ottima performance su questo mercato da parte degli esercizi extra-alberghieri, con un più 16,3 per cento di arrivi e un più 8,1 per cento di presenze. Sempre nel confronto con il 2019, gli esercizi alberghieri esprimono un più 8,8 per cento di arrivi complessivi e un più 5 per cento di presenze, seppur con un calo del 2,2 per cento, che per Federalberghi è probabilmente da attribuire ad una lieve riduzione della permanenza media, che però non trova riscontro significativo nel dato locale. A replicare all’intervento dell’assessore è stato il consigliere Campagni, che ha ribadito l’intento costruttivo dei firmatari dell’interpellanza. “Quello che noi abbiamo chiesto è una completezza di dati per avere un’analisi seria e approfondita della situazione, cosa che a nostro avviso non era avvenuta nella comunicazione del Comune, perché si parlava solo di arrivi turistici”. “L’auspicio è infatti che il trend in crescita registrato possa andare crescendo, anche perché in teoria l’introduzione della tassa di soggiorno dovrebbe portare quegli aiuti, quegli introiti, necessari a investire sui servizi, come i bagni pubblici che non possono mancare, e sull’offerta turistica, che in gran parte già c’è, perché comunque Only Wine funziona perché ci sono tanti eventi che funzionano”.