Ufficio stampa Associazione Nazionale per la Tutela dell’Ambiente e della Vita Rurale
Duccio Berzi smentisce quanto pubblicato sui media a seguito di un comunicato stampa del Cai Arezzo. Sconcerto dell’ex presidente nazionale del Cai: “Deriva animalista”
Il 30 aprile scorso su diverse testate giornalistiche era stato pubblicato il comunicato stampa del CAI di Arezzo Uomo e Lupo, una convivenza possibile, con la presentazione dell’incontro pubblico che si terrà il 4-5 maggio p.v. all’Auditorium Aldo Ducci di Arezzo, con la partecipazione del dr. Duccio Berzi – tecnico faunistico e componente della Task Force Lupo – e del dr. Luca Mattioli – della Regione Toscana, Agricoltura e Sviluppo rurale, anch’esso della stessa Task Force. Duccio Berzi era stato invitato all’evento relativamente alla sua collaborazione scientifica al documentario Lupo Uno, premio Rai al Trento FilmFestival. Tutto bene, tranne che quanto divulgato dal CAI di Arezzo ha creato, non solo a livello regionale, una ovvia levata di scudi. Il passaggio sconcertante, addirittura virgolettato e riferito proprio come dichiarazione di Berzi, è il seguente: “Rischi per le persone? Non abbiamo mai visto attacchi di lupo all’uomo”. Ora, Duccio Berzi è giustamente conosciuto come esperto serio e obiettivo, e chi lo conosce anche professionalmente sa che simili affermazioni sarebbero assurde se dette da lui. Basti dire che è stato orse il primo a segnalare che l’ultima uccisione di una persona in Italia da parte di un lupo avvenne proprio in Toscana, in Mugello, nel 1923. L’uomo, azzannato alla gola, fu soccorso ma morì all’Ospedale di Marradi, come pubblicò il Messaggero del Mugello l’11 marzo 1923. Non solo, nell’aprile 2023 una donna, nel difendere il suo piccolo cane al guinzaglio, fu attaccata e ferita da un lupo nel comune di Porcari, Lucca. Senza contare gli altri recenti casi italiani – tutti lupi, come confermato dall’analisi del Dna fatto dall’Ispra – di Giaveno nel 2017, di Otranto del 2020 e di Vasto nel 2022-23. Quest’ultima, una lupa (pura e del tutto selvatica, poi catturata) in totale attaccò in diverse occasioni ben 15 volte gli esseri umani, mandando in ospedale 13 persone, inclusi tre bambini dai 4 agli 11 anni. Tutto confermato dalle autorità e dall’Ispra. Fatti ben a conoscenza di Berzi, il quale naturalmente quando ha letto che avrebbe dichiarato Rischi per le persone? Non abbiamo mai visto attacchi di lupo all’uomo, è rimasto basito, chiedendo a chi di dovere di fare togliere tale frase. Da noi contattato, ha dichiarato: “Non ho mai assolutamente detto una tale affermazione, e chi la divulga dice una falsità. Chi l’ha inserita di sua iniziativa si è scusata poi con me, ammettendo di essersi sbagliata”. L’ha pure smentito sulla sua pagina Facebook. Ma ormai il pasticcio era nato, per usare un eufemismo. Chi è del mestiere sa che inserire in un virgolettato frasi non dette e pubblicarle significa, per un giornalista, compiere un attomolto grave per lo stesso Ordine dei giornalisti, con relativi interventi disciplinari. La frase è stata poi tolta da vari articoli, ma tuttora circola in alcuni. Il Cai di Arezzo dovrà dare spiegazioni, anche perché nella locandina dell’evento del 4-5 maggio scrive di questa bellissima iniziativa divulgativa “attraverso la quale diffondere una conoscenza del lupo equilibrata e su basi scientifiche”. Da noi contattato, il prof. Annibale Salsa, ex presidente del Cai nazionale, ha dichiarato: “Sono sempre più sconcertato dalla deriva animalista imboccata dall’associazione. Il Cai dovrebbe occuparsi di altre cose”.