LE OPERE DI STEFANO CAMAITI IN MOSTRA A SANSEPOLCRO

DIECI TELE di primavera” è il titolo della mostra di Pittura di Stefano Camaiti inaugurata a Sansepolcro l’1 e che rimarrà aperta fino al 15 Maggio 2022. Ugo Agostinelli esce, ancora una volta dal suo Studiolo d’Arte di Piazza San Francesco per regalarci una mostra straordinaria e ancora una volta ci regala una mostra di Stefano Camaiti che, altrimenti, non è facile vedere.

Le dieci tele, tutte incentrate nella raffigurazione primaverile di angoli di Sansepolcro e delle colline limitrofe sono nella Sala esposizioni comunale di Palazzo Pretorio. Stefano Camaiti, da molti indicato come uno dei migliori pittori di un territorio ampio si è sempre distinto per un segno perito ed istintivo che in maniera spontanea ci regala l’emozione della verità più intima ed individuale, pervasi come sono i suoi quadri di uno sguardo serafico su attimi di infinito. In effetti i quadri di Camaiti sono senza tempo e non tanto perché nella maggior parte dei soggetti scelti non ci sono indicazioni temporali ben precise ma perché, anche quando l’opera include un edificio o un cartello stradale, un manifesto o una automobile, lo sguardo dell’autore è focalizzato su una emozione, una stagione o una narrazione che travalica la contemporaneità del momento. C’è nel suo lavoro e c’è sempre stato un concetto, una autentica legge per lui, che le architetture umane, devono accompagnarsi a quelle naturali. La voce interiore, quella più autentica ed individuale, di un luogo si esprime poi con il preciso percorso scelto da Camaiti che predilige raccontare una storia che lui rintraccia con studi o rielaborando i suoi saperi acquisiti in tanti anni di carriera. In questa storia, infatti, non c’è solo la primavera, che pure è una delle chiavi di lettura tematiche e cromatiche, ma c’è il cammino di Dante Alighieri che è raccontato su più quadri con al descrizione dei luoghi dove avrebbe sostato il sommo poeta. “Ovviamente le vie più misteriose, antiche ed affascinanti si trovano a ridosso degli Appennini, dove una serie di testimonianze letterarie, orali e storiche ci segnalano la possibilità di un passaggio del celebre poeta proprio da queste parti. – si legge nel catalogo – Nulla di certo ovviamente, ma lo stesso sentiero potrebbe accomunare accomunare Dante agli etruschi, popolo di per sè misterioso, il quale aveva un legame mistico con la natura oltre che pratico”. In effetti le superfetazioni di accadimenti storici e di popoli sul territorio descritto nella mostra non passano inosservate a Camaiti a cui occorre, come inalienabile esigenza, raccontare in pittura qualcosa di più che un semplice paesaggio. Si potrebbe dire che il creativo è prima ricercatore e studioso e poi, quasi a non voler lasciare nulla di intentato per raccontare l’esito dei suoi studi, è pittore che utilizza il suo linguaggio tecnico e cromatico più artistico facendo vibrare gli aspetti più espressivi della storia; un linguaggio che si dimostra efficace. Dieci le grandi tele, tutte realizzate nel 2020 con la insolita e difficile tecnica della spatola che rende le opere più materiche del solito, a cui si aggiunge un complemento di tre piatti dipinti sempre con soggetti floreali.
“Il mio desiderio è quello di omaggiare un artista che, con il suo carattere introverso e davvero libero, si è, a parer mio, esposto troppo poco – ha scritto Ugo Agostinelli nella presentazione alla mostra – In momenti come questo dove il mondo dell’arte è messo in serio pericolo da una superficialità comune, la lotta per la sopravvivenza è davvero necessaria, ma da soli si va poco lontani. Ho deciso quindi di creare un gruppo, per riuscire a preservare e promulgare l’arte di questo nostro eccezionale pittore, che si pone, sicuramente, al pari di molti autori che sono oggi esposti in bella vista sulle pareti di musei nazionali e internazionali”. “Sulle orme di Dante”, “Fonte di Dante”, “Verso Cerbaiolo”, “Un vecchio saggio”, “Glicine a Porta del Castello”, “La Basilica a primavera”, “Il melo insanguinato”, “Porta Libera”, “Geometrie primaverili”, “Il luogo della rosa” questi i titoli che scriviamo tutti e non tanto perché soli dieci , ma piuttosto perché anche questi seguono il filo della filosofia dell’artista, fatta di narrazione pittorica attenta a seguire il segno della storia. Infine occorre dire che, come tutte le grandi opere d’arte, le opere di Camaiti finiscono per cambiarla un po’ la storia diventando esse stesse protagoniste, stigmatizzando un episodio, sottolineandolo, ampliandolo, accreditandolo e infine, più semplicemente, entrando nel nostro immaginario di palcoscenico ideale.
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