Aboca Museum a Sansepolcro (AR) Prorogata fino al 31 agosto 2024 la mostra di antichi erbari“I giardini lunari. Le piante dei moon gardens”Viene prorogata fino al 31 agosto 2024 l’esposizione “I giardini lunari.
Le piante dei moon gardens” che, allestita nel percorso storico di Aboca Museum, sta riscuotendo una grande attenzione e apprezzamento di pubblico. Inaugurata lo scorso 18 maggio in occasione della Notte europea dei musei, l’esposizione di antichi erbari della Bibliotheca Antiqua di Aboca si sviluppa in due sale di Aboca Museum, al primo piano del palazzo Bourbon del Monte; la mostra è allestita in otto teche che custodiscono per l’occasione 27 esemplari tra erbari e florilegi antichi e una decina di tavole botaniche, dando vita a una narrazione iconografica su 34 specie botaniche selezionate per l’occasione, protagoniste di questa antica tradizione dell’arte del giardinaggio.Tra gli erbari che i visitatori potranno ammirare per la prima volta figurano per esempio il The Temple of Flora di R. John Thorntohn (Londra, 1812), il Plantae selectae di C. J. Trew e G. D. Ehret (Nurimberga, 1750) e il The botanist di Benjamin Mound (Londra, 1839).Nei giardini lunari trovano una perfetta collocazione i fiori che durante il giorno restano chiusi, ma che di notte prendono coraggio, sbocciano e inondano l’aria con il loro profumo per un antico meccanismo di sopravvivenza: facendosi impollinare e fecondare nel momento della giornata in cui ci sono meno distrazioni, evitano il rischio di essere ignorate dagli insetti impollinatori a favore di specie più attraenti o più gustose, e quindi di non riuscire a riprodursi. Nei confronti degli insetti impollinatori i fiori notturni hanno dovuto, quindi, approntare un meccanismo d’attrazione diverso da quello estetico, valido solo di giorno quando le tinte e le forme sono apprezzabili alla vista.Tra le specie botaniche che caratterizzano i giardini lunari figurano ad esempio il cereo notturno, detto anche “Regina della notte” perchè fiorisce per una sola notte all’anno con un fiore bianco mozzafiato, il gelsomino notturno e la bella di notte con la sua ricca fioritura che si apre al tramonto per richiudersi solo nelle prime ore del mattino.”Ogni fiore trova il modo più efficace per ottenere la diffusione del proprio patrimonio genetico. Gli esempi sono vari e numerosissimi. […] Molti cactus aprono i loro fiori nelle ore notturne per evitare che le temperature diurne eccessivamente elevate possano comprometterne la freschezza e spesso affidano l’impollinazione ai pipistrelli, come fa il Cephalocereus senilis del Messico o l’Hylocereus undatus, dal nome comune “Regina della notte” di mozartiana memoria, che fiorisce per una sola notte all’anno nel cuore dell’estate”. (Stefano Mancuso, “Botanica”, Aboca Edizioni)