Non certo a consumatori, aziende e lavoratori ed ecologia. Da oggi le auto elettriche prodotte in Cina e vendute nel mercato dell’Unione europea, sono gravate di dazi anche oltre il 47% (1). Fino ad oggi c’era un’aliquota del 10% che si è deciso di aumentare dopo la conferma che le aziende cinesi sono molto foraggiate dal loro governo… la “scoperta dell’acqua calda”, visto che l’economia cinese è, in un modo o nell’altro, gestita dallo Stato.
Crediamo che all’Unione siano consapevoli che se si ha a che fare con un Paese del genere, bisogna mettere in conto presenza massiccia dello Stato e costi di produzione molto bassi rispetto a quelli del nostro Continente. Ma se si decide un pesante protezionismo perché i prodotti cinesi non siano competitivi con quelli nostrani… perché si commercia con loro? Certo, se l’Ue accetta i prodotti cinesi, questi ultimi accettano i nostri, ma se si fa il gioco del protezionismo, c’è poco da stupirsi se poi, per esempio, la Cina decida di aumentare i dazi di una delle nostre eccellenze di esportazione verso quel Paese, la carne suina. E alla fine succede che i cinesi venderanno meno auto in Ue perché i prezzi saranno simili ai veicoli prodotti in Europa, e le aziende europee venderanno meno prodotti in Cina perchè sarebbero prodotti a prezzi stratosferici in un mercato che è tutt’altro che tendente al lusso.
In questo delirio di protezionismo, pagano:
– i consumatori europei, costretti ad acquistare veicoli elettrici (e abbigliamento e oggettistica di alcune piattaforme online e l’idrogeno) a prezzi non convenienti.
– le aziende europee che vendono meno sul mercato cinese.
– la conversione ecologica del parco macchine, ché se le vetture costano tanto, i consumatori acquistano meno e, i provvedimenti normativi per imporre qualità ecologiche, fanno scintille con la realtà, dando anche meno credibilità a chi li vuole imporre. Tutto questo a presunto vantaggio delle aziende europee di automobili elettriche che dovrebbero vendere a prezzi simili ai prodotti cinesi…. ma siccome i prezzi sono alti (minimo un’auto elettrica costa quanto una decina di stipendi medi mensili italiani), si vende meno e le aziende avranno anche problema di soprannumero di lavoratori. Che non sia il protezionismo il metodo migliore per tutelare import, export, aziende e lavoratori?
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc