Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella?
La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen?
No!“La democrazia non è in buona salute”
“Potere non divenga autoreferenziale”
“No al politico che non ha il fiuto del popolo, è un teorico”
“Polarizzazioni in politica non aiutano ad affrontare sfide”
“Non manipolare parola democrazia e deformarla”
“Indifferenza è un cancro della democrazia”
“Partecipazione contro tentazioni populistiche”
“Indifferenza è un cancro della democrazia”
“Preoccupato dell’astensionismo elettorale”.
Tutte frasi pronunciate dal papa Francesco I che, in un convegno a Trieste, è stato accolto da un’ovazione.
Si tratta del capo dello Stato Città del Vaticano, monarchia assoluta elettiva dove non tutti i suoi residenti (poco meno di un migliaio) hanno diritto di voto. Di fatto, né più né meno come la guida spirituale dell’Iran. Paese in cui ci sono le elezioni a suffragio universale, ma non per la guida spirituale (1). Il papa, “guida spirituale” per eccellenza in Italia. Paese dove la più diffusa religione è quella cattolica apostolica romana. Religione che non è di Stato in un Paese in cui vige la libertà religiosa, anche se in ogni evento pubblico è istituzionalmente presente un’autorità del clero vaticano. La medesima guida spirituale, a capo di un Paese in cui lui stesso e chi lo vota fanno giuramento di astinenza sessuale e dove le donne sono in condizione secondaria e non decisionale dell’amministrazione. Papa che dà indicazioni su sessualità e libertà individuali ai propri fedeli e che – giustamente dal suo punto di vista – critica le leggi che non sono in linea col suo pensiero. Paese, il Vaticano, che è finanziato molto dallo Stato italiano, anche senza la volontà dei contribuenti (Concordato , 8xmille e non solo). Lo ricordiamo perché ognuno sappia. Soprattutto gli studenti a cui si insegna, con l’educazione civica, il funzionamento del nostro Stato democratico, il rispetto delle istituzioni e la loro essenziale funzione come risultato di processi democratici.