Impazzano i prezzi dei servizi sulle spiagge demaniali occupate da balneari che ne approfittano. Pagano affitti ridicoli in regime di illegalità dei contratti e praticano prezzi tendenti solo al loro arricchimento.. poi, volendo, si potrebbe anche andare a guardare quanto dichiarano al Fisco.
Questa è la fotografia delle spiagge italiane dopo una sentenza di ieri della Corte di Giustizia europea che ha stabilito che, alla scadenza della concessione (oggi di fatto occupazione) le opere non amovibili costruite sulle spiagge vengano acquisite a titolo gratuito dallo Stato, senza che questo costituisca una restrizione alla libertà di stabilimento (1). Ennesima sentenza di una situazione che, mentre balneari e sostenitori (di governo e opposizione) delle loro occupazioni si strappano le vesti perché lo Stato cattivo li avrebbe abbandonati (figurati cosa avrebbe regalato loro se li avesse coccolati…), l’applicazione della legge diventa optional, visto che tutti questi signori non avrebbero più diritto ad occupare gli arenili demaniali, e visto che tutte le scadenze del caso sono state ampiamente superate. La situazione vede in essere l’estensione delle concessioni fino alla fine di quest’anno, nonostante il Consiglio di Stato avesse stabilito la fine delle stesse al 31 dicembre scorso e l’assegnazione solo tramite bandi di gara, dove, tra l’altro, per esempio, alcune regioni come la Toscana si erano sperticate per rimborsi milionari (soldi dei contribuenti, gli stessi che pagano fior fiore di quattrini i servizi di questi signori) a chi non avesse i requisiti per l’assegnazione (2). La storia va avanti dal 2006 (direttiva Ue cosiddetta Bolkstein), con governi di ogni tipo che hanno rimandato e rimandato l’attuazione. Sentenze e contro sentenze ed oggi siamo prossimi a supermulte (ancora soldi dei contribuenti) per l’Italia che non l’ha applicata. Risultato: prego, consumatori, le spiagge sono a vostra disposizione, anche dovendo accendere dei mutui per poter usare ciò che è già vostro.