Identificato il ventenne che ha sparato a Trump. Dimesso il tycoon, ferito ad un orecchio Ucciso l’attentatore dal Secret Service. Uno spettatore morto, due feriti. Shock in America e nel mondo Si chiamava Thomas Matthew Crooks, di Bethel Park, Pennsylvania, il giovane di venti anni che ha sparato a Donald Trump con il suo Ar 45, un fucile d’assalto semiautomatico, prima di essere freddato dai cecchini del Secret Service
Lo ha identificato l’Fbi che ha avviato l’inchiesta. Secondo il Washington Post il ragazzo era un elettore repubblicano, iscritto nei registri del partito della Pennsylvania. Mentre il tycoon in nottata è stato dimesso e sembra stare bene – è stato ripreso mentre scende le scale del suo aereo -, proseguono le indagini sulle dinamiche dell’attentato e c’è chi ipotizza che ci potrebbe essere stato un secondo killer: “Per ora abbiamo uno sparatore. Le indagini continueranno finché non avremo una risposta definitiva”, ha commentato uno degli investigatori in una conferenza stampa. Un’analisi dell’Associated Press di oltre una dozzina di video e foto della scena del comizio di Donald Trump, nonché di immagini satellitari del sito, mostra che chi ha sparato è riuscito ad avvicinarsi sorprendentemente al palco dove stava parlando l’ex presidente. Secondo alcuni giornalisti, il tetto su cui si era appostato era a meno di 150 metri dal palco, una distanza dalla quale un tiratore decente avrebbe potuto ragionevolmente colpire un bersaglio di dimensioni umane. Un video pubblicato sui social media e geolocalizzato dall’Ap mostra il corpo di una persona in mimetica grigia che giace immobile sul tetto di un edificio alla Agr International Inc., un’azienda manifatturiera di imbottigliamento appena a nord dell’area del Butler Farm Show dove si è tenuto il comizio di Donald Trump, teatro della sparatoria. “Questa sera abbiamo avuto quello che chiamiamo un tentativo di omicidio contro il nostro ex presidente Donald Trump”: lo ha detto Kevin Rojek, l’agente speciale responsabile dell’ufficio locale dell’Fbi a Pittsburgh. la condanna dei leader del mondo occidentale, arriva la prima reazione di Mosca. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha incoraggiato gli Stati Uniti a fare un “inventario” delle loro “politiche di incitamento all’odio contro gli oppositori politici, i paesi e le persone”, cogliendo l’occasione del tentativo di omicidio ai danni di Trump per denunciare il sostegno americano a Kiev. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ribadisce “la profonda vicinanza agli Stati Uniti” e condanna “la violenza che non può avere spazio nel dibattito democratico”. Concetti espressi anche dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz che ha definito l’aggressione a Trump “uno spregevole atto di violenza che minaccia la democrazia”. Per il premier spagnolo Pedro Sanchez, “l’odio e la violenza non hanno spazio in una democrazia”. Anche secondo il presidente indiano, Narendra Modi, “la violenza non ha posto nella politica”. Infine, il presidente cinese Xi Jinping ha espresso a sua “solidarietà e compassione” nei confronti del 54esimo presidente degli Stati Uniti.
Cinque minuti di terrore che hanno fatto piombare gli Stati Uniti nei momenti più bui della loro storia, dall’assassinio di John Fitzgerald Kennedy a quello del fratello Bob fino all’attentato contro Ronald Reagan. Donald Trump è stato ferito ad un orecchio mentre stava parlando ad un comizio a Butler, in Pennsylvania, l’ultimo prima della convention a Milwaukee che la prossima settimana lo incoronerà ufficialmente candidato alla Casa Bianca. “E’ incredibile che un atto del genere avvenga negli Usa”, afferma qualche ora dopo il tycoon che non ha mai perso conoscenza. L’avversario Joe Biden ha subito condannato l’attacco dichiarando che “non c’è posto per la violenza negli Stati Uniti”.
Erano trascorsi circa quindici minuti quando l’incubo è cominciato. L’ex presidente stava parlando dell’ondata di migranti che hanno “invaso” gli Stati Uniti. Si sente un rumore di spari ed il tycoon porta la mano all’orecchio destro, subito cinque uomini e donne del Secret Service si fiondano su di lui e lo buttano a terra, dietro al leggio. Alle sue spalle la folla terrorizzata che urla e cerca di trovare un riparo. Si sentono altri spari, circa otto. Poi l’ex presidente si rialza, sempre circondato dai suo agenti, alza il pugno verso la folla e urla: “Lottiamo, lottiamo, lottiamo”. ‘Usa, Usa”, gli rispondono in coro i fan. Dall’orecchio destro scorre una copiosa quantità di sangue, il tycoon è sconvolto, ha la camicia sbottonata ma ha ancora la forza per dire “fatemi prendere le mie scarpe”. “Mi hanno sparato un proiettile che mi ha perforato la parte superiore dell’orecchio destro”, racconta Trump sui social.
Gli agenti del Secret Service lo portano di corsa dentro al Suv e poi in un ospedale locale per essere visitato. L’ex presidente “sta bene e ringrazia le forze dell’ordine e i primi soccorritori per la loro rapida azione dopo questo atto atroce”, fa sapere circa mezz’ora dopo il portavoce della campagna Steven Cheung.
L’attentatore è stato ucciso dalle forze di polizia che nei minuti concitati subito dopo l’attacco sono stati sentiti gridare “shooter is down”, “lo sparatore è morto”. Purtroppo però a fare le spese della violenza è stato uno dei partecipanti al comizio che è morto, mentre un altro è in gravi condizioni. Secondo il procuratore di Butler, Richard Goldinger, l’attentatore si trovava sul tetto di un edificio adiacente, fuori dall’area dell’evento. “Era necessario un fucile per compiere l’attentato perché era a diverse centinaia di metri di distanza”.
Evidentemente l’unico modo per evitare i metal detector e i rigidi controlli di sicurezza ai quali negli Stati Uniti vengono sottoposti tutti coloro che partecipano ad eventi politici e non solo. “Ero in prima fila al centro con alcuni amici, guardavo il presidente parlare. Stava parlando di immigrazione. Poi ho sentito dei rumori. Non sapevo cosa fossero”, ha raccontato il testimone oculare Blake Marnell. “Speravo che fosse uno scherzo di cattivo gusto. Mi sono girato verso sinistra. Inizialmente non ho visto niente. Poi mi sono girato di nuovo verso il presidente ed è stato allora che l’ho visto placcato a terra dai servizi segreti”.