Come fare per non cascarci. Ai criminali basta un clic, ormai, per sottrarre soldi a più conti correnti nello stesso momento: le banche e i clienti vedono solo in seguito, tra i movimenti, spese mai fatte o prestiti che non hanno mai autorizzato. Nell’ultimo anno in Puglia le frodi compiute tramite furti d’identità superano i 13 milioni di euro. Ma il tacco dello stivale si posiziona quinto nella classifica delle truffe e ciò significa che in altre 4 regioni italiane la situazione è ancor più grave.
Fino a 20 mila euro spariscono nel nulla A fornire i dati sul fenomeno, scrive il Corriere del Mezzogiorno, è il Rapporto dell’Osservatorio Crif (Centrale rischi intermediazione creditizia), che illustra anche quale sia l’importo medio delle frodi. La regione che più ha registrato casi come questi è la Lombardia, seguita da Sicilia, Campania, Lazio e Puglia. I truffatori ambiscono a portare via tra i 5 e i 10 mila euro “a colpo”, ma sono in crescita le frodi con importi superiori ai 20mila euro, purtroppo. Ciò a cui più si affidano i malfattori è proprio la complessità del panorama finanziario: questa gli permette di passare inosservati – almeno per un po’ di tempo – tra altri click.
Grazie alle tecnologie i criminali creano false identità
Secondo il direttore esecutivo di Crif, Simone Capecchi, «le evidenze del fenomeno delle frodi rivelano come i criminali siano sempre più esperti, aiutati anche dalle nuove tecnologie che, da un lato, abilitano attacchi sempre più sofisticati e difficili da identificare a danni di persone e aziende e, dall’altro, permettono di creare identità nuove ma inesistenti per perpetrare la frode creditizia». La fascia d’età maggiormente colpida dal fenomeno è quella che si estende dai 31 ai 50 anni, mentre sono in calo i furti verso gli under 30.
Il modo in cui i criminali si impossessano delle credenziali per entrare nei conti correnti delle loro prede è davvero semplice: con email o messaggi che sembrano provenire dalla propria banca, chiedono al malcapitato di turno di inserire i propri dati e accedere al proprio conto. È così che rubano le informazioni necessarie per accaparrarsi l’identità di quella persona e iniziare a fare spese a suo nome. A questo metodo si aggiungono altre due strategie, ovvero quella del trashing (il malfattore raccoglie gli scontrini delle ricevute di pagamento effettuate con carte di credito gettati nella spazzatura) e quella del boxing (la ricerca di documenti inviati dalle banche nelle buche delle lettere). Sopra scontrini e documenti vari, infatti, vi sono i dati sensibili che il ladro userà nel momento di accesso al conto corrente scelto. Infine c’è lo skimming: consiste nel prelevare denaro dal bancomat sopo aver catturato i dati della carta attraverso un microlettore precedentemente aggiunto all’Atm.