“Una commissione speciale per individuare le modalità d’intervento integrato fra amministrazione e cittadini” “Innanzitutto mi preme sottolineare come questa sia la seconda proposta di delibera consiliare che viene discussa durante questo mandato ed entrambe portano la mia firma.
A dimostrazione del fatto che non è scritto da alcuna parte che in aula debbano arrivare solo le delibere di giunta. Anzi, i consiglieri comunali hanno le loro prerogative e io in questi anni ho cercato di sfruttarle a pieno”. Esordisce così il capogruppo di Arezzo 2020 Francesco Romizi, accompagnato da Franco Dringoli e Giuseppe Cirinei, nel presentare il suo atto inserito all’ordine del giorno del prossimo Consiglio Comunale – “sul quale auspico un’ampia convergenza” – per illustrarne poi il contenuto. “La proposta che faccio all’assemblea consiste nel dare vita a una commissione speciale di 10 membri, distribuiti secondo criterio proporzionale con 6 di maggioranza e 4 di minoranza, che affronti in maniera specifica il tema del decoro urbano, che non significa solo pulizia della città o l’eliminazione di una cartaccia da un marciapiede o da un parco ma rendere la città più accogliente e vivibile per chi ci abita e per chi la visita. Da mesi si registrano numerose segnalazioni di degrado da parte di cittadini, che si esprimono grazie agli spazi concessi dalla stampa locale o tramite i social: il refrain è sempre il solito ovvero che aree verdi, arredi urbani di vario tipo, bagni pubblici, fontane, edifici, cantieri sono caratterizzati da abbandono di rifiuti, sporco e incuria. Si rende dunque necessaria una strategia di ampio respiro da parte dell’amministrazione comunale per migliorare la situazione e promuovere un approccio integrato che consenta d’implementare gli interventi pubblici tramite la partecipazione di associazioni, categorie economiche, scuole, enti di varia natura. Il regolamento del Consiglio Comunale prevede la possibilità d’istituire, per periodi limitati e per oggetti determinati,commissioni speciali incaricate di svolgere indagini conoscitive o di approfondire argomenti di particolare rilevanza, sottoponendo poi i risultati del lavoro all’assemblea nel suo complesso. Mi pare lo strumento maggiormente adatto nella situazione attuale, che senza pregiudizi o intenti accusatori giunga in pochi mesi alla redazione di una relazione finale, con gli indirizzi per sindaco e giunta per la costituzione di un organismo partecipativo e consultivo che coinvolga i soggetti potenzialmente interessati alla problematica del decoro e della qualità urbana e sia capace di promuovere attività di prevenzione, sensibilizzazione sulle buone pratiche e promozione di progetti educativi nelle scuole. Nella relazione dovranno inoltre essere specificate le iniziative annuali di decoro urbano partecipato e le modalità attraverso le quali un cittadino potrà prendersi cura delle aree verdi, degli spazi pubblici o delle aree limitrofe alle sedi sociali. Nel frattempo, il Comune faccia davvero la sua parte, ovvero la manutenzione ordinaria e straordinaria, magari senza limitarsi a intervenire su sollecitazioni o input altrui ma dando continuità e programmazione al necessario lavoro”.