Laicità dello Stato. Evitare di fare confusione, il caso Figline-Fi

Il Sindaco di un Comune della provincia di Firenze, Figline Valdarno, ha deciso (1) di far utilizzare la piscina pubblica per un corso di nuoto riservato a donne musulmane, indossando un costume integrale dalla testa alle caviglie e con istruttrici donne

Iniziativa che il Sindaco difende, insieme all’associazione sportiva Uisp che la organizza, come tangibile esempio di politica inclusiva che porta valore aggiunto a cultura ed economia (il corso si tiene in un’ora della giornata in cui la piscina è chiusa, quindi anche con ipotetico ritorno finanziario).

Questo, in gergo politico, si chiama buonismo.
E aggiunge confusione a confusione su cosa significa Stato e amministrazione laica e su come quest’ultima si dovrebbe rapportare con, nello specifico e non solo, una cultura e religione. Oggi si dedicano le strutture pubbliche alle donne musulmane, nel rispetto dei loro costumi… perché domani non dovrebbe essere fatto altrettanto, per esempio, per la scuola, per i trasporti pubblici, etc? Avremo classi di sole bambine velate, vagoni ferroviari solo per esse e vagoni per barbuti maschi, etc?
Il caso della piscina di Figline giustificherebbe questo. Diverso, ovviamente, se la piscina fosse privata e altrettanto privato fosse il trasporto… ognuno fa come crede nel rispetto degli altri.
Ma le cose che paghiamo tutti (musulmani, cattolici, protestanti, ebrei, buddisti, animisti, liberi pensatori di vario tipo, etc) devono essere per tutti. Questa è inclusione. Finisce qui la storia e, a loro modo, hanno ragione alcune destre di governo che hanno promesso ferro e fuoco anche istituzionale contro il Sindaco toscano? No, perché queste destre giocano anche loro, sostenendo il contrario, a violare i principi di libertà. eguaglianza ed inclusività. Chè altrimenti, cosa sarebbe la presenza del crocifisso cristiano, che loro difendono indiscutibilmente, un po’ dovunque negli edifici pubblici, scuole incluse?
Sentiamo già la risposta: “ma quella è la nostra cultura”… opinione avvalorata in parte dal fatto che nell’art.7 della Costituzione abbiamo i Patti Lateranensi… ma tutto in violazione dei principi di uguaglianza e libertà che la nostra Carta sancisce ovunque. Nei luoghi pubblici deve essere vietata l’ostentazione dei simboli religiosi, crocifisso e velo inclusi, e così potremmo vivere tutti senza farci male gli uni con gli altri.Ma queste destre di governo non ci pensano proprio e si muovono contro il Sindaco di Figline, mentre quest’ultimo gli dà solo occasione, comportandosi sostanzialmente come loro, per fare confusione e trasformare in rissa il tutto. Se iniziative istituzionali devono essere prese, che lo siano per tutelare tutti i cittadini in quanto tutti liberi.

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