Ordinanza sindacale per l’adozione di misure precauzionali a tutela della salute pubblica. Con l’ordinanza sindacale 326 del 22 novembre 2024, l’amministrazione comunale di Città di Castello ha disposto in via precauzionale l’adozione di idonee misure a tutela della salute pubblica a seguito dell’incendio che ha interessato nella mattinata di ieri, giovedì 21 novembre, l’azienda agricola di allevamento di pollame Italovo, in località Ripole.
Il provvedimento ordina alla proprietà di non effettuare alcun tipo di lavorazione all’interno del capannone interessato dall’incendio, fatta eccezione per le operazioni di emergenza (ripristino e rimozione di materiale), secondo quanto disposto dal Servizio PSAL di USLUmbria1. L’azienda dovrà, inoltre, mettere in sicurezza i rifiuti derivanti dall’incendio in attesa della rimozione, che andrà effettuata nel più breve tempo possibile mediante ditta autorizzata e nel rispetto della normativa vigente in materia. Fino all’esito favorevole dei controlli sanitari per il libero consumo, alla proprietà è fatto divieto di vendere le uova prodotte, mentre è consentito l’uso dei mangimi presenti in azienda, in quanto posti in siti chiusi. Fino alla conclusione dei controlli necessari, nei confronti della popolazione residente nel raggio di un chilometro dal luogo dell’incendio, l’ordinanza sindacale dispone, poi, il divieto di raccolta e consumo di prodotti alimentari coltivati; il divieto di raccolta e consumo di funghi epigei spontanei; il divieto di pascolo e razzolamento degli animali da cortile; il divieto di utilizzo dei foraggi e cereali coltivati all’esterno e destinati agli animali. Dovranno, inoltre, essere limitate le attività all’aperto, con particolare riguardo a quelle di natura ludico sportiva e, in caso di fumi persistenti e maleodoranti, le finestre degli edifici dovranno essere mantenute chiuse. Il provvedimento è stato assunto sulla base della nota congiunta pervenuta al Comune da parte di USLUmbria1 e ARPA Umbria, con la quale l’ente è stato informato dell’incendio che ha interessato il capannone centrale dell’azienda Italovo, della lunghezza di circa 110 metri, e ha causato il crollo di una parte del tetto, sotto il quale era presente una struttura in eternit.