Scartabellando tra gli atti sia del modello produzione rifiuti dell’ex ATO 7 (riguardante solo la provincia di Arezzo) simulato ed approvato nel 2007, che del modello di cui al Piano Straordinario Rifiuti dell’ATO Toscana Sud (Arezzo insieme a Siena e Grosseto) a sua volta simulato ed approvato nel 2008 – nonché messo a gara di ambito ad evidenza europea – si evince quanto segue
Tanto nel primo caso, relativo solo al nostro territorio, quanto nel secondo (estrapolando esclusivamente il nostro sub ambito aretino) era stata prevista/preventivata (visto il trend di crescita di quel periodo) una produzione totale di rifiuti urbani – per la nostra provincia – di circa 241.000 t/a giusto a fine 2017: proprio quella proiezione ebbe a giustificare, all’epoca, l’intenzione di prevedere il sostanziale raddoppio dell’inceneritore di San Zeno, che appunto fu messo a gara di ambito per 75.000 t/a… Ma proprio oggi, con 49.000 t. annue di rifiuti in meno (le 241.000 t. previsteper il fine 2017nel 2007/2008 meno le circa 192.000 t. reali di fine 2023, ultimo dato ARRR) rispetto a quelle che, secondo i decisori dell’epoca, avrebbero giustificato il raddoppio di San Zeno…come si può – sinceramente, onestamente ed anche tecnicamente – giustificare non solo un raddoppio della potenzialità di termovalorizzazione con un nuovo impianto (la L75) ma anche – addirittura – il mantenimento in esercizio della vecchia L45? Ma si rendono conto – il Comune di Arezzo, l’AISA, l’ATO – cosa vorrebbero far “ingoiare” al nostro martorizzato territorio? Ma si rendono conto che arriverebbero a bruciare – su 192.000 t/a di rifiuti urbani ed assimilati prodotti nel 2023, tra l’altro in diminuzione costante, erano infatti 208.000 t/a nel 2008 – 120.000 t/a di rifiuti? Signori, rinsavite…
Fausto Tenti, Costituente comunista, Sez. prov. Arezzo.