“La riforma dell’assistenza tra ospedale e territorio delle malattie reumatologiche nella regione Toscana”

Si è tenuto con successo, nell’ambito del Forum Risk Management in Sanità ad Arezzo, l’evento dedicato all’’importanza della riforma dell’assistenza tra ospedale e territorio delle malattie croniche reumatologiche  nella regione Toscana.

La sessione organizzata dall’Associazione Nazionale Malati Reumatici, ha visto la partecipazione di rappresentanti di calibro del mondo sanitario Toscano tra questi il Dottor Enrico Desideri -Esperto del Ministro della salute per la programmazione, organizzazione e la gestione delle Aziende Sanitarie ed il saluto dell’Assessore alla Sanità Toscana Dottor Bezzini . Far crescere la consapevolezza dell’importanza della Co-programmazione e Co-progettazione per garantire accessibilità e vicinanza alle cure, anche attraverso proposte di sistema integrato multidisciplinare del trattamento clinico e assistenziale: è questo il messaggio che si è voluto dare con la realizzazione di questa importante iniziativa. Il Forum Risk Management in Sanità ad Arezzo ha visto anche la partecipazione del Ministro della Salute Orazio Schillaci, con un intervento centrato sui finanziamenti del Governo alla Sanità Pubblica ed una particolare riflessione alla prevenzione e cura solidale ed equa delle persone fragili croniche e indigenti . L’evento, moderato da Enrico Desideri, Esperto del Ministero della Salute  per la Programmazione, Organizzazione  e la Gestione delle Aziende Sanitarie, coordinato dalla Direttrice Sanitaria Dell’Aziensa USL sud-est Dottoressa Assunta De Luca e dalla Vicepresidente ANMAR Dottoressa Sara Severoni , è stato introdotto dai saluti istituzionali di Simone Bezzini, Assessore Diritto alla Salute e Sanità Regione Toscana, a cui è stato proposto e sancito un nuovo inizio di lavoro del Tavolo tecnico regionale per le malattie Reumatologiche  con il placet di tutti i direttori presenti. Non è mancato il saluto da parte della SIR  per voce del VicePresidente SIR Prof Ennio Lubrano, di Silvia Tonolo Presidente ANMAR e  di Paola Grossi, Presidente ATMAR Toscana, Coordinatrice Gruppo di lavoro sulle malattie reumatologiche in Toscana. L’incontro è stato un’occasione importante anche per aumentare la consapevolezza dell’importanza del confronto dei modelli adottati dalle aziende sanitarie intervenute, in un’ottica sinergica di rete tra i Professionisti della Salute. Alla sessione hanno partecipato: Patrizia Comite, Avvocato Osservatorio Capire, Simona Dei Direttore Sanitario Azienda USL Toscana centro,   Assunta De Luca Direttore Sanitario Azienda USL Toscana sud est, Alessandro Salvi Responsabile  settore Welfare e Innovazione Sociale, Niccolò Biancalani  Medico di assistenza primaria Azienda USL Toscana, Dott.ssa Marta Mosca Professoressa Clinica Universitaria  Area Vasta nord ovest, Serena Guiducci  Prof. Associato, Direttore SODc Reumatologia, Direttore Scuola di Specializzazione in Reumatologia, Università degli Studi di Firenze, AOU Careggi, Firenze, Bruno Frediani Professore Clinica Universitaria  Area Vasta sud est, Gianluigi Occhipinti  Struttura Ospedaliera Area vasta nord ovest, Massa Carrara, Riccardo Cecchetti Direttore UOC medicina Interna e Reumatologia Ospedale di Portoferraio, LI, Lara Storri Direttrice UOSD Medicina Interna Reumatologia Ospedale  San Donato Arezzo, Azienda USL Toscana sud est, Mauro Galeazzi Osservatorio Capire, Stefano Grifoni Coordinatore Governo Clinico della Regione della Toscana, Dott. Emiliano Ceccarini, Direttore UOP Riabilitazione Funzionale Area Provinciale Aretina, Dipartimento Professioni Tecnico Sanitarie della Riabilitazione e della Prevenzione Azienda USL Toscana sud est.

Secondo giorno del Forum Risk Management particolarmente partecipato, tema era di strettissima attualità: “Emergenza urgenza”. 

il presidente Simeu Fabio De Iaco, ha definito l’emergenza lo scudo per la protezione della vita di sessanta milioni di cittadini. È la valvola di sicurezza che ci mette in protezione quando rischiamo di morire. È il sistema salvavita e pertanto va protetto, tutelato e va rinforzato. Non può concepirsi una riforma della medicina del territorio se non si rinforza il sistema di emergenza territoriale. Va potenziato il 118 restituendo agli italiani la possibilità di accedere al sistema emergenza, in caso di urgenza, senza le perdite di tempo oggettive e documentate del doppio passaggio tra le centrali operative”. 

Paolo Rosi, direttore del coordinamento regionale emergenze urgenza della Regione Veneto, ha sottolineato “l’importanza basilare e imprescindibile dell’emergenza che deve essere destinata a chi effettivamente ne ha bisogno e non per risolvere patologie non gravi. Da questo punto di vista esiste una visione comune tra le varie regioni italiane, una volontà che va aldilà dei modelli organizzativi applicati”.
Mario Balzanelli, Presidente della SIS 118 – “La riforma della Medicina del Territorio (DM 77) segna una svolta di determinante importanza nella Sanità nazionale perche’, in risposta al bisogno di salute, avvicina in modo capillare le cure e l’assistenza sanitaria alle persone, riduce le disuguaglianze e vara nuovi standard di qualità nel nostro Paese rispetto alla realtà europea. Non si può, però, pensare di potenziare la medicina territoriale dimenticando il Sistema di Emergenza Territoriale 118, che della medicina territoriale è diretta espressione istituzionale, in quanto specifico Livello Essenziale di Assistenza (LEA) sancito dal legislatore. Potenziare la medicina territoriale significa, naturalmente, nell’interesse peculiare ed esclusivo della comunità, potenziare il Sistema 118. Questi i punti fondamentali: restituire alla cittadinanza la possibilità di accedere direttamente al Sistema dell’Emergenza Sanitaria mediante il numero 118, perché il doppio passaggio tra Centrale Operativa 112 e Centrale Operativa 118 fa perdere tempo e quindi può rallentare il soccorso del 118 a chi versi in evidente, imminente pericolo di perdere la vita; dotare il Sistema 118 di un modello organizzativo dipartimentale, dotato di Centrale Operativa, dimensionato su base provinciale, che ne riconosca i parametri oggettivi di elevata complessità gestionale e che, attraverso il comitato di dipartimento, renda protagonisti anche di alcuni aspetti essenziali della gestione i suoi operatori; riaprire, nei vari territori regionali, i Punti di Primo Intervento del 118, quali strutture territoriali “intermedie”, da collocare nelle Case della Salute e negli “Ospedali di Comunità, in grado di gestire in modo esperto il primo soccorso avanzato non solo in caso di emergenza-urgenza ma anche di acuzie minore, mentre documentiamo, contestualmente, come gli stessi possano fare da filtro imponente agli accessi impropri al Pronto Soccorso provvedendo a visitare, trattare e rinviare al domicilio almeno il 96% di tutti i pazienti quotidianamente afferiti; dotare le Centrali Operative 118 delle più elevate tecnologie in tema di telemedicina e di intelligenza artificiale, che rendano le Centrali in grado di connettersi, in tempo reale, con i vari scenari critici del soccorso, con i mezzi di soccorso, durante gli interventi di stabilizzazione e di trasporto primario del paziente,  nonché, per le patologie acute tempo dipendenti, con le unità operative ospedaliere di Area Critica; aumentare il parco ambulanze, al fine di contrarre le tempistiche di intervento sui codici rossi in area urbana ed extraurbana in conformità agli standard sanciti dal legislatore; rivedere profondamente i contratti dei medici dell’emergenza territoriale, ormai ampiamente in fuga nella maggior parte delle regioni, e riconoscere le indennità specifiche di rischio ambientale e biologico a medici, infermieri e autisti- soccorritori.”

In un Forum Risk Management che guarda al presente e al futuro della sanità non poteva mancare un convegno sulle tecnologie avanzate e l’intelligenza artificiale, nella prospettiva di una nuova governance delle aziende sanitarie.

Tra i tanti professionisti che hanno raccontato la loro esperienza Marco Bosio, direttore generale della ASSR Rhodense: “L’intelligenza artificiale rappresenta una sfida importante per la medicina, non stiamo parlando del futuro ma del presente. Ognuno di noi sta implementando delle soluzioni che dovremo governare altrimenti l’IA ci travolgerà. Dobbiamo essere capaci di avere delle professionalità adeguate e fare in modo di essere, come direzione, supportati su questo tema. Possiamo anche pensare a modelli innovativi, come le collaborazioni tra aziende o tra pubblico e privato, per implementare soluzioni che si sviluppino a livello locale e che possano diventare il sistema per migliorare il servizio da offrire ai nostri cittadini”.

Gennaro Sosto, direttore generale ASL di Salerno: “L’intelligenza artificiale è il tema dei temi, che ci affaccia ad una nuova tipologia di gestione dei processi sanitari. Dovremo essere capaci di rimodulare i processi sanitari in funzione delle nuove tecnologie innovative, perché l’IA impatterà fortemente sul nostro sistema. Occorre gestire il cambiamento per riuscire così ad interpretare la sanità in un modo nuovo”.

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