Dedicata all’opera di Alberto Burri la prima guida per un museo in Italia

   Città di Castello – Scritta con la comunicazione aumentativa alternativa da dieci giovani con disabilità cognitiva e verbaleE’ dedicata all’opera di Alberto Burri la prima guida per un museo in Italia scritta con la comunicazione aumentativa alternativa da dieci giovani con disabilità cognitiva e verbale. Venti pagine di foto e simboli che da oggi racconteranno a tutti i visitatori dell’esposizione degli Ex Seccatoi del Tabacco, prima di tutto a chi ha difficoltà comunicative e relazionali come gli autori dell’opuscolo,

la produzione di un gigante dell’arte contemporanea, che a Città di Castello ha lasciato in eredità una delle più grandi collezioni al mondo di un singolo artista, con circa 500 opere in mostra in tre sedi espositive. La guida “Museo Burri ex Seccatoi del Tabacco” è il risultato di circa otto mesi di lavoro curato interamente da giovani con disabilità tra i 17 e i 25 anni, che insieme a tre educatori si sono chiamati “Le sfumature di Burri” e hanno svolto a diretto contatto con le opere del maestro tifernate le attività di documentazione e redazione dei testi, sotto la supervisione tecnica di una logopedista esperta in comunicazione aumentativa alternativa. L’iniziativa fa parte del progetto “Ti illustro la città con la Comunicazione Aumentativa Alternativa”, una delle due azioni rivolte al sociale finanziate dal programma Agenda Urbana nell’ambito dell’intervento denominato “La Città su misura”,  che ha coinvolto il Comune di Città di Castello con i Servizi Sociali, l’Usl Umbria 1 con il Servizio Integrato per l’Età Evolutiva, la Cooperativa sociale “La Rondine” come soggetto attuatore e la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri con la Cooperativa Atlante. L’obiettivo del progetto è di superare le barriere comunicative e relazionali che possono limitare lo sviluppo dell’autonomia e dell’inclusione sociale di adolescenti e giovani adulti con disabilità cognitive e verbali, permettendo loro di vivere la quotidianità attraverso l’utilizzo delle tecniche della comunicazione aumentativa alternativa. Per i giovani protagonisti del progetto, Aurora Bazzurri, Gioia Giorgi, Livia Tose, Nizar Douari, Alberto Marinelli, Mattia Melelli, Matteo Perioli, Mirko Pietosi, Matteo Ricci, Luca Varzi, che hanno lavorato con gli educatori Matteo Chierici, Anita Meozzi e Cecilia Mazzoni e la logopedista Letizia Giovagnini, si è trattato della seconda guida realizzata insieme, dopo la prima dedicata al parco naturalistico dei Laghi Spada a Città di Castello, data alle stampe un anno fa. “Vi ringrazio a nome di tutta la comunità per averci permesso di vedere i tesori delle nostra città con i vostri occhi puri e il vostro cuore entusiasta, che rendono tutto più bello”, ha dichiarato il sindaco Luca Secondi, che nel corso della presentazione della guida presso la biblioteca comunale Carducci ha sottolineato insieme agli  assessori ai Servizi Sociali, Benedetta Calagreti, alla Cultura, Michela Botteghi, alle Pari Opportunità e al Turismo, Letizia Guerri, come “Città di Castello, attraverso l’eccellenza dell’opera del maestro Alberto Burri, faccia da apripista ad un nuovo modo, ancora più inclusivo, di rendere fruibile a tutti il proprio patrimonio artistico e culturale”. Il rilievo nel mondo dell’arte contemporanea italiano del lavoro dei giovani autori della guida è stato messo in rilievo dallo stesso presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, Bruno Corà, impossibilitato a partecipare all’iniziativa, che attraverso l’intervento della componente del consiglio di amministrazione del sodalizio Catia Cecchetti, presente insieme alle rappresentanti del Comune Chiara Burzigotti e Roberta Giorni, ha riconosciuto “il carattere innovativo di uno strumento realmente inclusivo, che amplifica le possibilità di fruizione della produzione di Alberto Burri e quindi la sua comprensione, dimostrando quanto l’opera del maestro si presti a nuovi approcci in grado di far godere pienamente del genio e della creatività unici di cui è stato interprete nel mondo dell’arte contemporanea”. Nel suo intervento Cecchetti ha ricordato come con la mostra “La Luce del Nero”, aperta fino al 28 agosto, la stessa Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri abbia intrapreso un progetto inclusivo in linea con le finalità delle attività de “La città su misura”. L’esposizione agli Ex Seccatoi del Tabacco elabora infatti il tema del Nero caro a Burri con l’obiettivo di rendere fruibile l’arte del maestro a pubblico non vedente, offrendo contestualmente l’esperienza sensoriale del buio a tutti i visitatori. Nel corso della presentazione l’assessore Calagreti ha parlato di “un progetto importantissimo, unico nel suo genere, che mette i talenti delle persone con disabilità al servizio della comunità nell’ambito di un’esperienza che ci pone ancora una volta all’avanguardia sul versante dell’inclusione sociale”. “Con questo prezioso strumento la cultura è di tutti, fruibile da chiunque, un contributo davvero importante alla valorizzazione dell’immenso patrimonio artistico della città”, ha osservato l’assessore Botteghi, che ha espresso l’intenzione di estendere l’esperienza della guida con la comunicazione aumentativa alternativa agli altri musei cittadini. “Abbattere anche le barriere comunicative alla fruizione delle opere di Burri nel museo degli Ex Seccatoi del Tabacco, che vanta il maggior numero di visitatori in città – ha evidenziato l’assessore Guerri – significa dare un grande contributo alla promozione turistica del nostro territorio, offrendo la parità di accesso che è un valore aggiunto per chi soggiorna a Città di Castello”. “Da 34 anni collaboriamo in maniera stretta con il Comune di Città di Castello e l’Usl Umbria 1 – ha detto il presidente della Cooperativa La Rondine Luciano Veschi – una sinergia che attraverso le attività del programma Agenda Urbana e del progetto ‘La Città su misura’ ci ha davvero portato a un’esperienza unica, che ci inorgoglisce e ci gratifica: la concretezza e la profondità del lavoro fatto con questi giovani fa vera inclusione nella nostra comunità”. A illustrare l’esperienza vissuta nella collezione dedicata al maestro Alberto Burri è stata la responsabile del progetto per i Servizi Sociali Comune di Città di Castello Brunella Bologni, che, insieme all’esperta Letizia Giovagnini, ha parlato del “sogno di una città pienamente inclusiva”, sottolineato la complessità del lavoro svolto dai giovani autori della guida per comprendere la produzione del maestro Burri e renderla fruibile a persone con disabilità cognitiva o linguistica.  “L’obiettivo – hanno spiegato Bologni e Giovagnini – è di fare in modo che nessuno rimanga escluso, ma anzi possa trovare nella nostra città l’accoglienza inclusiva e la civiltà necessarie a viverla e apprezzarne la ricchezza culturale, sociale e ambientale”. “Il valore aggiunto della guida – ha segnalato la responsabile del Servizio Integrato per l’Età Evolutiva Paola Antonelli – risiede nel fatto che sia stata realizzata da persone con disabilità cognitive e verbali proprio per utenti che condividono la stessa condizione, una vera conquista se si pensa alla complessità del lavoro che ha richiesto, del quale sono stati direttamente protagonisti, e alla portata inclusiva di uno strumento simile, che abbatte davvero le barriere alla comprensione dell’arte in un museo”. A concludere la presentazione sono stati gli stessi autori della guida, che hanno raccontato le esperienze e le emozioni vissute, anche grazie a un filmato che ha mostrato le tappe del progetto, nel quale sono stati seguiti all’interno del museo degli Ex Seccatoi del Tabacco dagli operatori della Cooperativa Atlante.Il progetto. Insieme al progetto “I Love Shopping”, “Ti illustro la città” fa parte dell’intervento denominato “La Città su Misura” contenuto nella programmazione di Agenda Urbana. Rivolto a giovani con disabilità tra i 15 e i 25 anni, “Ti illustro la città” prevede la realizzazione di due brochure-depliant di siti di interesse del territorio tifernate nei simboli della comunicazione aumentativa alternativa, fruibili da coloro che presentano deficit cognitivi e del linguaggio. “I Love Shopping” è invece destinato a giovani con disabilità nella fascia di età 13-17 anni ed è finalizzato a garantire la loro autonomia negli acquisti nei negozi della città, grazie all’adozione dei quaderni della comunicazione aumentativa alternativa e alla formazione specifica dei commercianti aderenti.StoriaLa Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri. Nata nel 1978 per volontà dello stesso Alberto Burri che, con una prima donazione dotava la Fondazione Palazzo Albizzini di 32 opere, è stata riconosciuta con decreto del presidente della Giunta Regionale dell’Umbria. Secondo le linee espresse dallo statuto, l’istituzione opera per gestire e conservare l’esposizione permanente delle opere dell’artista e per promuovere gli studi sull’arte del Maestro e la sua collocazione nel tempo. A questo scopo la Fondazione gestisce l’apertura al pubblico delle due collezioni, organizza conferenze annuali sull’arte contemporanea, allestisce mostre e partecipa ad eventi espositivi a livello nazionale e internazionale. La Collezione a Palazzo Albizzini è stata aperta al pubblico nel dicembre 1981 e comprende circa centotrenta opere dal 1948 al 1989, ordinate cronologicamente in venti sale. Insieme all’altra sede espositiva degli Ex Seccatoi del Tabacco, inaugurata nel luglio 1990, che ospita 128 opere dal 1970 al 1993, è la raccolta più esaustiva sull’artista, con opere di altissima qualità selezionate dal pittore stesso. Il 12 marzo 2017 è stata inaugurata una nuova sezione museale nei sotterranei degli immensi Ex Seccatoi per esporre tutta l’opera grafica del Maestro. Le tre sezioni espositive costituiscono, dunque, la raccolta più esaustiva del lavoro di Alberto Burri. L’opera grafica consta di 196 opere create fra il 1957 e il 1994. È un viaggio attraverso le incognite della tecnica grafica che Burri “piega” per ottenere quello che fino a poco tempo prima sembrava impossibile con quegli stessi mezzi. Esemplare la realizzazione delle Combustioni del 1964 e 1965 nelle quali è ricreato sulla carta il processo della combustione, in assenza dell’azione reale del fuoco.Gli Ex Seccatoi del Tabacco. Collocati nell’immediata periferia di Città di Castello, costituiscono un esemplare recupero di archeologia industriale operato per volontà di Alberto Burri, che li ha immaginati come luogo adatto ad ospitare le sue ultime creazioni. L’enorme complesso, che risale all’immediato dopoguerra, era destinato a raccogliere il tabacco coltivato nell’Alta Valle del Tevere.  Nelle opere esposte l’interesse del pittore si concentra primariamente su un unico materiale: il cellotex, una sorta di impasto di legno impiegato sin dai primi quadri degli anni Cinquanta come supporto, che ora viene svelato e sulla cui superficie l’artista interviene a volte scalfendo, incidendo o sollevandone la pellicola più esterna, altre volte dipingendolo. Le opere sono collocate per “cicli” in hangar distinti. Ognuno di essi ha una sua sinfonia composta da più elementi, tutti in armonia fra loro e l’uno imprescindibile dagli altri. I cicli segnano la svolta di Burri verso un’arte più complessa e monumentale, l’artista è stimolato dal rapporto di queste opere con gli spazi suggestivi e affascinanti degli Ex Seccatoi. In questa sede si sono tenute conferenze d’arte moderna e contemporanea, sul restauro del contemporaneo, convegni d’aggiornamento in collaborazione con autorevoli istituzioni parallele, nazionali e internazionali

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.