FI-PI-LI. Disastri e brame

Si chiama SGC (Strada di grande comunicazione), nota come FI-PI-LI, “bretella” fondamentale per il collegamento tra le tre città e non solo. Basta poco, come ieri sera 21 luglio un incidente, che diventa una trappola per chi vi si trova, complice anche la mancanza di informazione per chi si apprestava ad imboccarla… e venti minuti di tragitto previsto diventano svariate ore (1).

Succede, fatalità, sfortuna, casualità… vari i modi di classificare l’evento. Ma sta di fatto che non è la prima volta che accade, è probabile ci saranno altre volte e, specialmente in periodi di vacanze, con maggiore mobilità dal capoluogo alla costa tirrenica, tra traffico e incidenti… il problema si ripropone. Esiste un problema di collegamenti che la FI-PI-LI non è in grado di risolvere e, essendoci poche e scomode alternative, questo raccordo aggrava anche la situazione. Aggiungiamo che, in alternativa, i treni sulla stessa direttiva sono lenti e insufficienti. In genere, all’utenza che si lamenta si fa presente che un incidente è sempre imprevisto, ma quando tra incidente e traffico l’uso di questa strada viene compromesso spesso, sembra evidente che il problema è anche nella mancanza di prevenzione e, soprattutto, nella carenza infrastrutturale. Occorre che prima o poi le nostre autorità se ne facciano carico. Comprendiamo che a Firenze, per esempio, è importate avere una tram che da piazza san Marco porti alla stazione SMN in venti minuti, mentre ora a piedi di minuti ce ne vogliono 15… e comprendiamo che si tratti, nel caso, di altri fondi e di accordi con Trenitalia, etc… ma il problema esiste e l’utente medio vorrebbe che fosse risolto. Chiediamo alle Autorità “cosa bolle in pentola” e, se “non bolle nulla”, se non sia il caso di valutare la soluzione di questa mobilità disastrata come prioritaria.

Vincenzo Donvito Maxia

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