Rifiuti, riciclaggio e semplicità… che non c’è. Il caso capsule caffè

E’ dello scorso 5 agosto una risposta del Mite (ministero Transizione ecologica) a Confcommercio (1): separare in negozio il caffè esausto dalla capsula che lo contiene, per riutilizzare le stesse capsule usate portate dai clienti, è operazione di trattamento dei rifiuti che può essere fatta solo presso impianti ad hoc autorizzati.

Per capire meglio questa complicazione della vita a chi intende contribuire (consumatori e negozi) al riciclaggio dei rifiuti, il Mite specifica: lo svuotamento del caffè esausto per il riutilizzo della capsula (in base all’art. 183, comma i, lettera t-bis, Dlgs 152/2006), non sarebbe comunque l’ultimo passaggio per il riciclaggio del materiale, che andrebbe trattato in impianti autorizzati (articolo 208, Dlgs 152/2006). Il Mite precisa, però, che se le capsule vengono svuotate del caffè da parte del consumatore, possono anche essere portate nel negozio che, a sua volta, le porterà al recupero del consorzio di filiera.
Il consumatore sarebbe quindi più bravo a svuotarle che non il negoziante che, a nostro avviso, meglio organizzato che non un singolo consumatore, lo potrebbe fare meglio… ma la legge è legge: il consumatore che svuota la capsula col cucchiaino o col dito nel secchio dell’immondizia, secondo la legge è in regola, ma se questo lo vuole fare il negoziante (magari, e probabilmente, non col dito o il cucchiaino appena usato per zuccherare un caffè), non va bene, nel retrobottega dovrebbe avere un impianto di riciclaggio autorizzato sempre dall’articolo 208 del Dlgs 152/2006. Crediamo che saranno pochi i consumatori che si metteranno a svuotare le capsule per portarle in negozio o – ancora più problematico – recarsi con le capsule piene di caffè esausto negli appositi centri di riciclaggio (uno o al massimo due – e in periferie difficili da raggiungere – nelle città in cui ci sono… non certo nei paesi)… e le capsule piene finiranno nell’immondizia generica. Se qualcuno volesse, forse le soluzioni ci sarebbero: una macchina di proprietà dell’azienda dei rifiuti (modello distributore bevande) in negozio che, inserite le capsule piene di polvere, facciano tutte da sé per la separazione, e poi, queste aziende vengono a ritirare il tutto. Ma questo è un film di fantascienza.

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