Nel 1968 in Sardegna fu scoperto il tesoro di Su Benatzu, uno dei ritrovamenti più entusiasmanti dell’archeologia sarda. Il ritrovamento avvenne nella notte tra domenica 23 e lunedì 24 giugno del 1968. Un gruppo di speleologi e studiosi, trovò in una cavità carsica nel territorio di Santadi (grotta Pirosu) un magnifico tesoro.
Il gruppo scese nella cavità non senza difficoltà e dopo aver attraversato sale ricche di concrezioni arrivo nella sala delle cerimonie, un tempio ipogeico dedicato al culto dell’acqua, che i nuragici portarono circa tremila anni fa nel ventre della terra. Una scoperta di grande rilievo scientifico che ebbe un risvolto amaro per gli scopritori, in quanto non venne loro riconosciuta la paternità del ritrovamento. Il tesoro è costituito da un grande deposito di ceramiche costituite da vasi, ciotole, lucerne, una delle quali decorata con motivi ornamentali a cerchi concentrici ed a lisca di pesce e numerosi corredi votivi, alcuni dei quali d’oro. Con essi erano numerosi bronzi costituiti da bracciali, pugnali ad “elsa gammata”, un tripode ed una colonnina.