L’intervento del presidente dei panificatori aretini Assipan-Confcommercio Luca CiardiCARO Cresce la preoccupazione per il caro-energia anche tra le imprese aretine della panificazione. “L’aumento esponenziale delle bollette di gas ed energia elettrica sta mettendo in pericolo la tenuta dei nostri panifici. Sui 142 esistenti in provincia di Arezzo, almeno 10 sono a rischio sopravvivenza nel giro di un paio di mesi, con una perdita immediata di quasi cinquanta addetti”, afferma il presidente dei panificatori aretini di Assipan-Confcommercio Luca Ciardi. I problemi maggiori sono quelli a carico delle realtà di dimensione medio-piccola e questo, secondo Assipan-Confcommercio, avrebbe conseguenze dirette anche sui consumatori.
“Se continua così, il pane artigianale potrebbe sparire dalle nostre tavole, perché sul mercato resteranno solo i grandi operatori industriali”, sottolinea Luca Ciardi. “Fino a qualche mese fa – racconta il presidente dei panificatori della provincia di Arezzo – i costi riconducibili alle materie prime energetiche erano pari al 5% circa del fatturato complessivo delle nostre aziende. Ora le stesse voci di costo sono quadruplicate, se non peggio, arrivando ad assorbire il 20% e più del fatturato medio. Un peso insostenibile, che certo non possiamo scaricare sul listino prezzo del pane, da sempre un bene primario per le famiglie italiane”. A livello nazionale, l’associazione dei panificatori di Confcommercio ha ipotizzato che da qui alla metà del 2023 il settore potrebbe perdere fino a 1.350 attività e 5.300 occupati, in assenza di aiuti concreti alle imprese e di interventi strutturali finalizzati a limitare l’impatto negativo della crisi energetica. Ha quindi chiesto al Governo un adeguato e tempestivo credito d’imposta che compensi l’incremento del costo energetico, nonché un tetto massimo al prezzo di gas e luce, già applicato con successo in altri paesi europei come la Spagna e il Portogallo. Assipan chiede che le imprese della panificazione siano inserite fra quelle energivore, visto l’impatto che la bolletta energetica ha sul valore della produzione e, in linea generale, chiede di procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas sul mercato TTF, ossia l’indice di borsa del gas sul mercato dei Paesi Bassi, dal quale sarebbe opportuno sganciarsi, e di valutare la possibilità di praticare prezzi del gas legati ai contratti di fornitura, cioè sulla base dei prezzi all’importazione che sono notevolmente più bassi di quelli del mercato TTF. Inoltre, chiede di riconsiderare l’attivazione della moratoria sui finanziamenti in essere per un periodo di almeno 12 mesi, così come avvenuto in piena emergenza pandemica. “Senza questi interventi immediati, le nostre imprese non hanno la redditività sufficiente per garantire il pane artigianale sulle tavole degli italiani”, conclude Ciardi.