Great Nnachi, l’Alfiere della Repubblica che attende ancora la cittadinanza italiana

Tra chi è più avanti della gretta politica nazionalista, che finora ha impedito l’approvazione dello ius soli, o quanto meno dello ius culturae,  si conta anche Sergio Mattarella, il nostro Presidente della Repubblica che, nel 2019, ha insignito la giovane atleta torinese Great Nnachi, nata a Torino nel 2004 da genitori nigeriani, dell’onorificenza di “Alfiere d’Italia” con questa motivazione:
“[Great Nnachi]  rappresenta un modello positivo di cittadinanza per le sue qualità di atleta, affinate pur tra difficoltà, e per la disponibilità che mostra nell’aiutare i compagni e nel collaborare alla formazione e all’allenamento dei più piccoli”.



Great è una vera promessa dell’atletica italiana. Nel salto con l’asta è stata quattro volte campionessa italiana, e, secondo il suo allenatore Luciano Gemello, se avesse potuto partecipare ai mondiali di categoria svoltisi nell’agosto scorso in Colombia avrebbe potuto sicuramente andare sul podio.
Ma questo confronto internazionale, tra l’altro molto utile per misurarsi con le migliori atlete del mondo, non le è stato consentito dalla pervicace cecità italiana.
Non c’è eccellenza sportiva né di studio che tenga; se la tua famiglia è “straniera”, devi aspettare 18 anni e affrettarti a chiedere la cittadinanza italiana in quel momento, perché, oltre tutto, la finestra temporale in cui puoi farlo è di un solo anno (dal compimento del diciottesimo anno di età fino al giorno che precede il compimento del diciannovesimo anno di età). Ma perché?
Con tutto ciò, sentendosi da sempre italiana, Great ha superato la frustrazione di non essere riconosciuta tale e, come osserva Silvia Garbarino in un articolo su “La Stampa” del 15 settembre, “la capacità di accettare senza farsi piegare dalla rabbia e demonizzare l’Italia sono stati il primo successo, poiché Great, è rimasta anche orfana di padre a 6 anni, ha continuato a credere in un Paese che le voltava le spalle e le impediva di crescere agonisticamente”. Ma ora, finalmente, Great sta per coronare il suo sogno! E già si sente italiana! “Domattina – risponde a un’intervista telefonica la sera prima del suo compleanno – mi sveglierò maggiorenne e italiana!””
Infatti, il 15 settembre ha avviato subito le pratiche necessarie, dopo “essersi portata avanti” nell’estate per avere pronto tutto il necessario in questo suo fatidico diciottesimo compleanno, sperando anche di ottenere la cittadinanza in tempi brevi (e intanto sogna di poter votare alle elezioni politiche del 25 settembre!). Anche se dedita all’atletica, Great a volte accarezza l’idea di fare l’esperienza da modella, e, intanto, nutre un certo timore di fronte alla maturità che l’attende nell’anno scolastico appena iniziato, perché … non si sente pronta. Come concludere queste noterelle? C’è solo un modo, per me, logicamente. Subito, adesso, fare dei giganteschi sinceri auguri a lei e a tutti i ragazzi e ragazze che attendono con ansia il momento in cui potrà essere riconosciuta la cittadinanza di questo Paese, l’Italia, di cui già si sentono parte e con la cui bandiera volentieri si avvolgono.
Forza, ragazze, forza ragazzi, non demordete! E grazie per sentirvi italiani, nonostante le discriminazioni e le umiliazioni subite da chi, senza conoscere la propria storia, farnetica di “italiani purosangue”.
E, di concerto, non demordiamo noi, italiani per ius sanguinis, nel lottare perché entri nella nostra legislazione lo ius soli o, quanto meno, lo ius culturae. Non demordiamo anche se le cose si facessero più difficili, e gli avversari, per ignoranza o per ottuso calcolo, diventassero più aggressivi. Non demordiamo.
Crediamo nella INCLUSIONE che aumenta il numero di giovani cittadini italiani, nuova linfa della nostra vecchia, quasi oormai agonizzante pianta Italia, e ci consente di ampliare i nostri orizzonti culturali e morali. 

Annapaola Laldi, consulente Aduc

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