Dopo un’annata disastrosa la natura sta compensando il deficit: il punto della situazione con Aldo Melatori vice presidente Aapt Facilitiamo il lavoro delle api, è una fase cruciale e ci sono molte sciamature, la natura sta cercando di compensare le criticità dell’anno scorso. È quanto sostiene Confagricoltura Arezzo con Aldo Melatori, vice presidente dell’associazione Apicoltori delle Province Toscane (Aapt).
Con la primavera entra nel vivo la raccolta del miele, arrivano le prime fioriture di importanza strategica per l’esito dell’annata apistica: acacia in primis. Purtroppo negli ultimi anni, causa tempo avverso (basse temperature, gelate tardive e siccità), questa varietà non ha reso quanto da api ed apicoltori sperato, rendendo ridicolo o addirittura nullo il raccolto.
«Quest’anno – spiega Melatori – la stagione fino ad ora è stata più clemente, senza gelate tardive, con una giusta dose di pioggia e con attuali temperature piuttosto elevate, utili a garantire un corretto lavoro delle api. Forse ancora presto per tirare conclusioni ma sembrerebbe partita con il piglio giusto. L’unica nota dolente per la produzione è quella dell’eccessiva sciamatura degli alveari, fenomeno che da sempre garantisce il perpetrarsi della specie ma che, dato il periodo in cui avviene, può inficiare la raccolta di nettare. Aprile e maggio sono i mesi dove gli alveari si sviluppano uscendo dallo stallo invernale. Con l’abbondanza di fioriture le regine riprendono la deposizione di uova. Nascono tante api, molti alveari si preparano alla nascita di una seconda regina. La più vecchia lascerà l’alveare portandosi dietro una buona parte della popolazione di api. Da una famiglia se ne originano due, ma entrambe dovranno darsi da fare per ripristinare le scorte vitali, ecco che la produzione di miele (per l’apicoltore) avrà bisogno di altro tempo e per questo motivo molti apicoltori tentano di ‘evitare’ la sciamatura».
Secondo quanto si osserva, questi fenomeni appaiono come una risposta dopo l’annata scorsa, risultata disastrosa con produzioni calate a picco e salute degli alveari messa a repentaglio. «In questa primavera – prosegue il vice presidente Aapt – si registrano sciamature copiose per riportare il numero delle famiglie in linea. Ci spieghiamo così il motivo per cui anche apicoltori di esperienza comprovata siano messi in difficoltà da una sciamatura veramente importante, al punto da inficiare le prime raccolte di nettare».
I benefici apportati all’ambiente dall’attività delle api in termini economici e di biodiversità, sono i veri valori aggiunti garantiti dal consueto, capillare, silenzioso ma incessante lavoro. Il «servizio di impollinazione» che le api offrono gratuitamente è quanto necessario per la successiva fruttificazione e per il mantenimento della vita nel mondo vegetale. In alcune regioni italiane e/o mondiali gli alveari vengono appositamente spostati nei pressi di frutteti di pregio al fine di impollinare i fiori e garantire produzioni di qualità e quantità.
«Riteniamo questo settore un tassello importante del mondo agricolo – dichiara Mirko Sbragi, vice direttore Confagricoltura Arezzo – Preme evidenziare ancora che a parte le preziose produzioni, il valore aggiunto apportato dalle api e quindi da chi le accudisce, si ripercuote quotidianamente nell’ambiente e ne beneficiamo tutti. Da questa consapevolezza nasce l’appello a cittadini, aziende agricole ed istituzioni affinché il lavoro delle api venga sempre rispettato e facilitato».