Attacco di lupi a Badia Tedalda, uccisa una pecora in località Cerreto

L’aggressione alle pecore giovedì ore: 10,00. Ancora un attacco di lupo!. E’ accaduto  in  località: “podere Cerreto”,  a poche centinaia di metri dall’abitato di Badia Tedalda. Immediato l’intervento del pastore, che però non è riuscito a evitare la strage. Gli attacchi sono frequenti, inutili recinti e cani non c’è scampo. Basta, non se ne può più – dice Luana Vergni – titolare dell’azienda. Sono un allevatore da tanti anni, ho ettari di terre  ben recintate con pecore che tengo sempre nel recinto.

La mattina di  giovedì era tutto regolare in stalla, ho aperto l’ovile per mandare le pecore al pascolo, ho  fatto il giro di controllo, dopo poco sono uscita ho trovato una scena raccapricciante: il lupo che correva dietro la pecora, non so se sono in grado di spiegare quello che ho provato: è forte  per me che conoscono questi animali uno per uno e che con loro passo le giornate spiega mentre in sottofondo si sente il belato delicato di un agnellino. Un’altra pecora persa, il panico nel branco, di sicuro per un periodo  di tempo smettono di dare il latte, questo è il risultato ottenuto. E’ una situazione di piena emergenza – continua la titolare – animali sbranati, ancora danni per le nostre aziende agricole. L’arrivo dei lupi sempre più numerosi è un tema dibattuto da anni. Non c’è scampo per nessuno, si trova caprioli ed altri animali sbranati dai predatori. Poi, spiega – la  vita prosegue – ma resta l’amarezza per quello che succede, la presenza del predatore in montagna vada finalmente presa più sul serio. Io ho fatto tutto quello che potevo per proteggere le mie pecore, ma quando arriva il lupo non lo ferma nessuno, ormai è evidente che  le nostre attività sono a rischio ed è impossibile difendersi.  Chi tutela il nostro lavoro e i nostri investimenti? Il problema è anche di tipo economico, a causa di indennizzi scarsi e che non ripagano del reale valore dell’animale ucciso a cui si aggiungono altri centinaia di euro che paghi per  realizzare la fossa adibita alla sepoltura dell’animale con uno escavatore. I predatori non hanno paura, noi dobbiamo solo guardare la scena di un brutto film che si ripete con frequenza.

Francesco Crociani

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