“Non mettiamo la parola fine costruzione della scalinata

ANGHIARI – “Non mettiamo la parola fine alla contestazione innescata dalla costruzione della scalinata in prossimità di porta Sant’Angelo, ad Anghiari, affermano Mario Checcaglini e Danilo Bianchi”. “Non mettiamo la parola fine, continuano, in quanto siamo prossimi alla firma di un ricorso alla commissione centrale istituita presso la Presidenza del Consiglio contro gli abusi nella gestione della privacy da parte delle amministrazioni periferiche”

Il ricorso è motivato a seguito dell’incomprensibile rifiuto della locale Soprintendenza di dare corso alla richiesta di accedere agli atti relativi al rilascio dei nulla osta relativi al progetto  “camminamento sotto le mura di Anghiari”. Rammentiamo, continuano i due consiglieri, che la Soprintendenza sul progetto in questione ha concesso un primo parere favorevole, però al solo livello paesaggistico, successivamente, a lavori già eseguiti, un secondo parere comprensivo del nulla osta monumentale, questo necessario perché si operava a ridosso di Porta Sant’Angelo che è bene tutelato. Il 24 novembre inoltriamo alla Soprintendenza, continuano, la richiesta di accesso agli atti, dopo che non avevamo ottenuto risposta alla lettera nella quale chiedevamo chiarimenti sulle ragioni della “stravagante” procedura autorizzativa adottata. Il 25 novembre la stessa Soprintendenza, a lavori ampiamente realizzati, rilascia il nuovo parere favorevole.Nel frattempo la Soprintendenza ci informa, continuano i due consiglieri, il diniego alla visione della pratica relativa ai pareri concessi dalla stessa sul progetto del camminamento.

“È evidente che urge fare chiarezza e affermare la necessità della massima trasparenza”, affermano all’unisono Bianchi e Checcaglini. Da questa necessità la decisione di inoltrare il ricorso.

Il ricorso di oggi si motiva sia con la necessità di conoscere le ragioni delle due autorizzazioni differite che per difendere la prerogativa e la funzione del Consigliere Comunale al quale, con il diniego della Soprintendenza, è preclusa la possibilità di ottemperare alla specifica funzione di critica e controllo degli atti amministrativi. E’ inoltre importante rammentare, continuano i due consiglieri, che la costruzione della scala è considerata, da noi e da una vasta parte dell’opinione pubblica, una ferita al delicato contesto architettonico di Porta Sant’Angelo, la porta all’origine del primo nucleo abitativo di Anghiari¸ quando un fatto divide l’opinione pubblica, garantire trasparenza e chiarezza delle procedure ancor di più una necessità. Dunque, due autorizzazioni, due autorizzazioni in tempi diversi, una anche relativa alla scala ma con l’obbligo di demolire due degli otto scalini già realizzati. Se la cosa non fosse troppo seria, verrebbe la voglia di fare una facile ironia: dal pantano amministrativo si esce con una autorizzazione a metà: meno scalini e tutto è a posto. Noi, continua Checcaglini e Bianchi, appunto vogliamo chiarezza e trasparenzanelle procedure amministrative; questa è necessaria perché ci sono di mezzo risorse pubbliche. La chiediamo all’Amministrazione Comunale ma, soprattutto, alla Soprintendenza che si difende chiudendosi a riccio alla nostra richiesta di accesso agli atti e oggi perciò ci costringe a presentare ricorso; ricorso che inoltriamo anche a tutela delle legittime prerogative del ruolo del Consigliere Comunale e del suo agire quando pretende di conoscere nell’esclusivo interesse del bene comune.

Mario Checcaglini, Danilo Bianchi, consiglieri comunali di Anghiari

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