“Morire sul lavoro è segno d’inciviltà, di sottosviluppo. E’ la conseguenza di mancanza di tutele dei lavoratori e scarsi controlli. Il lavoro in regola non può essere considerato un regalo del datore di lavoro al lavoratore, ma un diritto. Questo è il contrario di quanto stabilito nell’’art.38 della Costituzione Italiana. Non ci stiamo e forte è il grido che ancora non si può morire sul lavoro”.
Duro è il commento del Segretario Nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio Spera in riferimento ai quanti e tanti episodi di morti bianche che stanno avvenendo in Italia. “Non facciamo in tempo a denunciare gli incidenti che, avvengono altri episodi – dice Spera -, in operai che perdono la vita mentre svolgono le loro mansioni. Ancora vite spezzate e famiglie distrutte in un paese dove la sicurezza resta una grande emergenza nazionale: ultimo al momento di un incidente sul lavoro a Caponago, in provincia di Monza e Brianza, un ventiquattrenne è stato trasportato con l’elisoccorso all’ospedale Niguarda di Milano dopo essere stato folgorato da una scarica da 380 volt in una azienda. Il giovane ha riportato gravi ustioni a corpo e testa e lotta tra la vita e la morte. Per l’Ugl, l’interrogativo è su cosa ancora si deve e si può fare dove i numeri sono sempre più allarmanti: è sempre più urgente affrontare il problema troppo misconosciuto, viste le notizie terribili che quasi ogni giorno siamo costretti a leggere e ascoltare. La sicurezza sul lavoro, deve essere necessariamente un piano del governo, in pene più severe, banca dati e in un susseguirsi di provvedimenti sansonatori. Ciclicamente ci si chiede chiarezza su quanto succede, consapevoli che c’è sempre un nesso tra gli incidenti mortali o infortuni e il rispetto o meno di tutta la catena di regole, norme e prescrizioni che servono a garantire la sicurezza sui posti di lavoro. Le denunce di incidenti con esito mortale nel primo trimestre del 2022 sono state 189 (+2,2%). A marzo 2022, rispetto a marzo dello scorso anno, il numero degli infortuni sul lavoro denunciati all’Inail ha fatto segnare un +46,6% nella gestione industria e servizi (dai 109.662 casi del 2021 ai 160.813 del 2022), un -0,4% in agricoltura (da 5.891 a 5.866) e un +109,1% nel conto Stato (da 13.118 a 27.427), con incrementi degli infortuni in occasione di lavoro che si osservano in tutti i settori produttivi. Bisogna promuove la giustizia sociale e i diritti umani, con particolare riferimento a quelli che riguardano il lavoro in tutti i suoi aspetti. Esprimendo il nostro rammarico, chiediamo alle forze dell’ordine e i tecnici della Tutela del Lavoro serrati accertamenti con aggravio a chi oggi ha responsabilità sugli incidenti che accadono. Si condanna qualsiasi forma di grave, inaccettabile e ingiustificabile mancanza di prevenzione, ritenendo, inoltre, che, quotidianamente come Ugl, nelle fabbriche e in tutti i luoghi di lavoro forte è la nostra sensibilizzazione ai responsabili aziendali di formare e investire nei dipendenti sulla formazione e sicurezza sul posto di lavoro. Bisogna incentivare le aziende a farlo, alla politica e al Governo Draghi vogliamo rammentare che da anni, il triste fenomeno delle ‘morti bianche’ è il tema scelto dal sindacato Ugl con l’iniziativa ‘Lavorare per vivere’, per sottolineare come il fenomeno sia cresciuto sempre negli anni. Si è stufi di una contabilità che certifica le disgrazie che colpiscono i lavoratori ed è indispensabile che questo stillicidio abbia fine poiché, la perdita di una vita umana crea un vuoto incolmabile che colpisce, straziando, l’esistenza di una famiglia e porta il disonore alla società. In un paese dove si lavora non più per migliorare la propria esistenza, ma per la sopravvivenza, è assolutamente inaccettabile morire sul posto di lavoro. Sono numeri imbarazzanti che devono far riflettere sulla necessità di un maggiore impegno istituzionale con il fine di contribuire ad una implementazione dei controlli sui luoghi di lavoro”. Spera, inoltre, sottolinea “quanto sia importante informare tutti i lavoratori sui rischi nei quali possono incorrere sia nelle fabbriche che in altre realtà professionali. A tal riguardo, l’Ugl Metalmeccanici rilancia un appello al Presidente Draghi e al Governo per la convocazione di un tavolo con le parti sociali pronti – conclude il Segretario UglM – a contribuire nel sostenere politiche su misure volte a implementare i controlli e gli investimenti nei programmi di formazione, due aspetti essenziali per arrestare la strage dei lavoratori in atto”.