AREZZO – “Da Draghi 200 euro una tantum per 28 milioni di italiani, dal Comune un piano anticrisi
su misura, no ad aiutini spot e attenzione a non far cappottare il sistema” “Il momento di crisi che sta colpendo anche la nostra città, frutto della pandemia appena finita e della guerra in Ucraina appena iniziata, richiede misure di sostegno mirate per fare fronte al caro vita che colpisce le famiglie, i piccoli lavoratori autonomi, gli studenti universitari.
Il Comune di Arezzo, dopo il milione di euro di febbraio per sostenere gli aretini nel pagamento degli affitti e della morosità incolpevole, sta definendo una misura straordinaria anticrisi che prenderà il via nel giro di poche settimane giusto il tempo per collegarsi, senza sovrapporsi, alla manovra di emergenza presentata dal governo i primi di maggio. Ciò su cui stiamo lavorando è una misura emergenziale che non cede all’assistenzialismo o ad aiutini a pioggia, ma che costruisce un sistema di sostegno personalizzato che si mette in filiera con le misure di intervento nazionale. L’obiettivo è fare fronte ai costi legati alla casa, allo studio, alla formazione, al mantenimento di una piccola attività privata, grazie alla costituzione di un fondo straordinario anticrisi, che prevede la erogazione di una diretta liquidità, che sarà corrisposta a chi ne farà richiesta in base ad una analisi personalizzata del bisogno individuale e a concordate azioni di ripartenza. Accanto quindi alle linee di sostegno per le famiglie e per la grave povertà ed emarginazione già inserite nella variazione di bilancio di fine maggio di oltre mezzo milione di euro, accanto alle risorse già stanziate nei mesi scorsi, accanto al piano del Governo, attiveremo anche un nuovo strumento di intervento che si baserà sui piani personalizzati di ripartenza che saranno messi in campo nelle prossime settimane. L’ obiettivo è armonizzare gli interventi municipali con quelli messi in atto dal Governo in particolare con il contributo una tantum di 200 euro per le famiglie con reddito inferiore a 35mila euro. Quello che è certo è che dobbiamo evitare azioni fotocopia o, peggio ancora, azioni spot che lasciano il tempo che trovano ma drenano un mare di soldi pubblici improduttivi per tutti”.