
Arezzo. “E’ un impianto del quale è previsto un ampliamento per quanto riguarda la nuova linea dell’organico che ci consentirà di produrre in maniera cospicua biometano a vantaggio anche dei cittadini di Arezzo. Un vero esempio di economia circolare – ha detto il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli a margine del corso di formazione dal titolo “Il problema Rifiuti: è possibile una terza via?”, organizzato presso l’impianto a recupero integrale di San Zeno. L’impianto a recupero integrale e il suo futuro al centro del corso di formazione “Il problema Rifiuti: è possibile una terza via?”
E’ poi un impianto di recupero integrale e tutto quello che arriva ai cancelli viene selezionato e riciclato e riutilizzato e solo ciò che non può essere riutilizzato e immesso nel mercato viene termovalorizzato. E’ la risposta corretta al sistema di gestione dei rifiuti che sono sempre più da considerarsi una risorsa e sempre meno come un problema”. Rivolto a professionisti del settore sanitario, medici e ingegneri e valido per ottenere crediti formativi, il corso ha avuto tra i relatori Giovanni Poggini di Unicef Italia; Felice Addonizio presidente Lions Club Arezzo nord est; il giornalista Fabrizio Diolaiuti, l’ing. Francesco Di Maria dell’Università degli Studi di Perugia; l’avvocato Stefano Pasquini; la giornalista Teresa Tironi; il prof. Claudio Clini dell’Associazione Sagen, Rodolfo Caporali di Coldiretti, Maria Rita Cecchini di Legambiente e Laura Reali, referente nazionale dell’ Associazione Culturale Pediatri. L’incontro, molto partecipato, è stata l’occasione per fare il punto sullo scenario dei rifiuti in Toscana, le specificità della gestione dei rifiuti nel territorio aretino attraverso il polo tecnologico, e lo sviluppo impiantistico previsto dai recenti progetti di potenziamento che rendono quello di San Zeno uno degli impianti più all’avanguardia in Europa col suo passaggio da impianto di smaltimento a centrale di recupero rifiuti, fino ed essere una centrale da fonti rinnovabili, che sta progettando di recuperare nel futuro bioalcoli e bioidrigeno, che si aggiungeranno ai vantaggi attuali: biometano, energia termica ed energia elettrica. Sono 40 mila i cittadini che beneficiano attualmente della centrale di recupero, saranno 70 mila nel prossimo futuro. “Triplica solo la capacità di generare energia. Questo impianto non è un inceneritore che ‘triplica’, perché nel forno dell’impianto della linea di incenerimento non vengono messi i rifiuti, ma processati gli scarti e tutto quello che proviene dalla raffinazione delle raccolte differenziate- ha spiegato il presidente di Aisa Impianti s.p.a Giacomo Chierici. La differenza tra una centrale a recupero totale R1 e un impianto di smaltimento è sostanziale: quando si affronta un tema cosi complesso bisogna stare molto attenti a inquadrarlo correttamente sul piano tecnico. E’ nostro compito come azienda restituire al territorio ogni forma di energia recuperata, e destinare ai cittadini i vantaggi economici e ambientali derivanti da tutti i possibili potenziamenti dell’impianto, compresa la produzione di biometano”.
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