La corrida, come ben sappiamo, è una lotta con i tori di provenienza iberica, secondo alcuni, antica come la Spagna stessa. Discendente dalle tauromachie greche e romane, questa tradizione oggi suscita un forte dissenso da parte degli animalisti, che ne vorrebbero l’immediata interruzione a causa delle indubbie sofferenze causate al toro
Nella Palermo antica, durante e dopo la dominazione spagnola, questo tipo di spettacoli era molto in voga e applaudito dal popolo, senza distinzione di ceto o età, tuttavia non si trattava delle corride che conosciamo oggi. Questi spettacoli erano più comici che cruenti e miravano a sbeffeggiare il toro, senza ferirlo o ucciderlo. Certo non si può dire che tali spettacoli non fossero crudeli, secondo i moderni metri di giudizio. I tori erano spesso punzecchiati con lunghi bastoni dai toreri, che dopo averli aizzati andavano a nascondersi in delle apposite buche, dove la furia del toro non poteva raggiungerli. In alcuni casi gli spettacoli coinvolgevano anche altri animali, ad esempio dei poveri gatti che per il diletto del pubblico venivano legati alle corna del bovino, innescando una reciproca lotta.
Tali rappresentazioni si svolgevano tradizionalmente nel Piano del Palazzo, odierna villa Bonanno, dove il pubblico accorreva festoso per assistere all’umiliazione, spesso incruenta, del povero animale. La vera corrida arrivò invece a Palermo in tempi più moderni, durante l’Esposizione Nazionale del 1891. In questa occasione numerose manifestazioni vennero organizzate in città, tra cui anche corse di cavalli, gare di tiro a segno e brevi voli (o meglio semplici ascensioni) in mongolfiera. Tra queste e molte altre attrazioni, vi fu anche la corrida spagnola, nella quale per la prima volta i palermitani assistettero al violento spettacolo, restando tuttavia inorriditi. Numerose iniziative vennero prese affinché si bandisse questa manifestazione disumana e alla fine, di fronte al gran numero di lamentele, la questura di Palermo decise di vietare l’esibizione della corrida de toros, dando voce ad uno dei primi movimenti ambientalisti che la Sicilia ricordi.