Libertà di espressione, diritto di critica e shitstorm

Esiste una sottile differenza tra diritto di cronaca e diritto di critica. Esiste poi un enorme vuoto tra il diritto di critica ed il fenomeno dello shitstorm. La differenza tra diritto di critica e shitstorm
Talvolta leggendo i commenti su alcuni fatti di cronaca è difficile comprendere fino a che punto gli stessi siano legittimi. Molte volte l’autore si nasconde dietro espressioni quali libertà di espressione o diritto di critica.


Troppe volte, in realtà, assistiamo ad un diverso fenomeno conosciuto come shitstorm.
Cosa è la libertà di espressione? Gli articoli 11 e 21 della nostra Costituzione riconoscono ad ogni individuo di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. In altre parole ognuno di noi ha il diritto di esprimere la propria idea.
A dire il vero sarebbe sbagliato dedurre che qualsiasi espressione sia lecita e consentita. Nell’esprimere il proprio pensiero NON si deve far riferimento a circostanze false. Non si può muovere accuse né offendere una persona fisica o giuridica. Per la semplice ragione che si rischia di commettere il reato di diffamazione (o peggio!). Esiste, infatti, il diritto alla critica (da non confondersi col diritto di cronaca) ma esistono anche dei limiti in cui questo può essere esercitato.
Diritto di critica: caratteristiche l diritto di critica serve a fornire giudizi e valutazioni e non ad informare. Se si parla di informazione, narrazione asettica di un fatto/circostanza, allora è diritto di cronaca.
Quando si può criticare? Quando la critica è legittima?
Si può criticare e la critica è legittima fintanto che vengono rispettati i limiti oggettivi fissati dal nostro ordinamento. In buona sostanza per non commettere un reato ed essere liberi di criticare occorre rispettare tre passaggi.
1. Verità del fatto narrato: non si può criticare una circostanza inesistente o che si sa essere falsa.
2. Interesse pubblico: l’evento oggetto della critica deve avere rilevanza. Deve interessare una grande quantità di persone.
Precisiamo che anche il processo Depp/Heard è considerato un processo di interesse pubblico. La definizione “interesse pubblico” ha un’estensione molto ampia.
3. Continenza espressiva: nell’esprimere la propria opinione non bisogna essere volgare e/o offensivi.

Alla luce delle informazioni in nostro possesso è facile dedurre quando siamo innanzi ad un shirtstorm.
Shitstorm: cos’è?

Si tratta di un fenomeno nato sui social e si verifica tanto nei confronti di una persona quanto nei confronti di un’attività.
Siamo innanzi al fenomeno quando una singola persona/attività riceve migliaia di messaggi aggressivi, offensivi e cattivi.
Si innesca una vera e propria escalation.
Dapprima vari commenti negativi tutto sommato contenibili e/o giustificabili, poi i predetti commenti negativi aumentano sempre di più, a tal punto da essere incontrollabili. Non si possono più bloccare e gli stessi si diffondo a macchia d’olio su tutta la rete.
Infine, in un tempo non prevedibile, i commenti si ridurranno ma gli effetti rimarranno a lungo.
Pensiamo al danno di immagine che può subire un’azienda o ancora peggio al trauma che un singolo individuo vive: le conseguenze possono essere devastanti soprattutto nel caso del singolo persona fisica.
I rimedi sono quelli di: rintracciare e denunciare tutti coloro i quali hanno alzato i toni (ovvero hanno violato i tre punti precedentemente elencati); agire nei confronti della singola piattaforma che ha un dovere di controllo; pretendere ed attivarsi per ottenere un risarcimento dei danni.


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