Pagare una multa col proprio lavoro. Baratto amministrativo

Una sanzione amministrativa può essere pagata anche col proprio lavoro. Alcune ore al giorno per servizi socialmente utili, “pagati” dal Comune fino ad esaurire il debito che si è contratto.

Introdotto nel 2014 (1), il baratto amministrativo può essere disposto dai Comuni per consentire a coloro che sono stati multati di pagare “in natura” il proprio debito. Il Comune dovrebbe avere un regolamento alla bisogna per stabilire quanto vale questo “lavoro” a compensazione (2): infrazione al codice della strada, mancato pagamento di Imu, Tarsu, Tares, Tari, canoni e proventi per l’uso di beni comunali, sicurezza pubblica (cane senza guinzaglio o mancata raccolta degli escrementi, salire su un albero, calpestare una aiuola, consumo stupefacenti), etc.

Spesso vediamo nei film inglesi e americani persone che assolvono così, con divise colorate, il proprio debito. In Italia è poco diffuso e non tutti i Comuni lo prevedono e quelli che lo prevedono, per esempio, spesso non inseriscono questo “metodo di pagamento” tra le opzioni presenti in verbale per assolverlo. Occorre quindi informarsi e, nel caso, entro i 60 giorni previsti per fare opposizione alla sanzione, presentare apposita domanda.

I questi tempi di ristrettezze economiche, dove i prezzi schizzano verso l’alto ovunque, decidere di dedicare il proprio lavoro al bene pubblico e sanare una propria posizione debitoria, può essere opzione da prendere in considerazione.

1 – articolo 24 del Dl 133/2014: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/09/12/14G00149/sg
2 – per esempio, il Comune di Padova “paga” 10 euro all’ora, e il suo regolamento prevede il baratto solo per alcuni illeciti: https://www.ilgazzettino.it/nordest/padova/pagare_multa_in_natura_si_puo_ecco_come-6830509.html

COMUNICATO STAMPA DELL’ADUC

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.