Analgosedazione in Pneumologia. Raffaele Scala direttore di Pneumologia: “una sofisticata ed innovativa tecnica di sedazione che consente di ottenere risultati eccezionali con meno dolore, più tranquillità e recupero più veloce per i pazienti” Grazie ad una collaborazione tra l’Università Vanvitelli di Napoli e la Pneuomologia – UTIP dell’ospedale San Donato di Arezzo è stata effettuata una ricerca sulla analgosedazione bilanciata (o sedazione cosciente endovenosa) eseguita dagli Pneumologi nelle procedure di interventistica.
Questo studio apparso recentemente sulla rivista International Journal of Clinical Practice, ha analizzato 158 pazienti sottoposti a procedure endoscopiche invasive (broncoscopia, ecoendoscopia in EBUS, laserterapia, toracoscopia) da parte di una equipe di medici e infermieri della Pneumologia.
Nella ricerca sono stati monitorizzati gli effetti collaterali e le possibili complicazioni gravi della analgosedazione a gestione pneumologica, quindi la sicurezza, ed è stato riportato il grado di comfort e di tolleranza dei pazienti. “I vantaggi di questa tecnica, racconta Raffaele Scala direttore di Pneumologia del San Donato di Arezzo sono straordinari in quanto riusciamo a raggiungere e mantenere uno stato di sedazione del paziente costante nel tempo, evitando oscillazioni. Durante tutta la sedazione il paziente può essere risvegliato a comando, e anche se è in grado di vedere coloro che lavorano intorno a lui, non ne ha la percezione cosciente, rimane distaccato dalla realtà circostante avvertendo un comfort intraoperatorio notevole. Questo ci consente anche il trattamento preventivo del dolore e del discomfort anche post procedurale, assicurando anche un recupero domiciliare superiore ad altre tecniche. Nella nostra ricerca, prosegue Raffale Scala, tutti i pazienti sono stati mantenuti in respiro spontaneo con una analgosedazione moderata per evitare depressione della funzione respiratoria.Gli eventi collaterali sono stati minimi, in un quarto dei casi tutti risoltesi rapidamente; in nessun caso è stata registrata una complicanza grave.
Nel 90% dei casi i pazienti interrogati al termine della procedura hanno riferito di essere disposti a ripetere l’esame se necessario, mentre il livello di comfort ha raggiunto il 94%. Altro elemento significativo è quello relativo al post operazione dei pazienti: il ritorno a condizioni fisiche nella norma avviene entro 10 minuti dal termine dell’esame nell’84% dei casi. E’ chiaro che chi deve sottoporsi ad un esame invasivo come la broncoscopia oltre alla preoccupazione per la diagnosi di una malattia importante che possa derivarne, abbia il timore di poter sentire dolore, fastidi, problemi al respiro; quando viene proposta la sedazione, anche questo è motivo di apprensione per i possibili rischi di farmaci usualmente usati in sala operatoria da anestesisti. Per questo l’utilizzo di questa tecnica è così importate.”