Dalla “bottega” a realizzare copie d’autore alle sale espositive di una mostra

La prima come artista. Debutto in grande stile nella capitale per il maestro Stefano Lazzari, titolare assieme alla sorella Francesca della Bottega Tifernate, azienda leader a livello internazionale nella riproduzione di qualsiasi opera d’arte su supporti originali. “Stefano Lazzari. Tra le mura”, ospitata a Roma nella suggestiva cornice del Museo delle Mura fino al 26 febbraio 2023

. Dalla “bottega” a realizzare copie d’autore alle sale espositive di una mostra, la prima come artista. Debutto in grande stile nella capitale per il maestro Stefano Lazzari, titolare assieme alla sorella Francesca della Bottega Tifernate, azienda leader a livello internazionale nella riproduzione di qualsiasi opera d’arte su supporti originali. Sta riscuotendo successo di pubblico e di critica la mostra “Stefano Lazzari. Tra le mura”, ospitata a Roma nella suggestiva cornice del Museo delle Mura fino al 26 febbraio 2023. Un omaggio allo straordinario sito archeologico di Porta Appia, o di San Sebastiano, uno spazio tra i più suggestivi di Roma e naturale museo di se stesso, ma anche scenario perfetto per dialoghi contemporanei. Lazzari ha realizzato due serie di dipinti, otto tondi e un polittico di quattordici elementi, in tutti i casi tempere su tavola, che ripropongono scorci inusuali del museo, come farebbe un turista curioso attratto da dettagli minimi che estrapolati, manipolati e ingranditi possono diventare materiale instagrammabile oppure una sequenza pittorica inaspettata e dal sapore Pop. Stefano Lazzari, tifernate “doc”, classe 1971, è alla prima esperienza personale ma ha al suo attivo un lungo cammino come copista d’eccellenza. La mostra, promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e da Bottega Tifernate, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, è a cura di Tommaso Strinati. “Una serie di dipinti di formato circolare e quadrato delle medesime dimensioni – precisa Strinati – dialogheranno tra loro, con gli spazi della torre ovest e i camminamenti del percorso esterno. Traendo dal luogo stesso combinazioni di dettagli nascosti e sempre diversi al mutare della luce, Lazzari ha ideato due serie di opere – tondi e segni sulle mura – con l’obiettivo di entrare in simbiosi con lo spazio, volendo dare l’idea di un segno che lo abita al pari della natura attorno ad esso.” . Congratulazioni per il nuovo percorso artistico intrapreso dal maestro Lazzari, giungono dal sindaco di Città di Castello, Luca Secondi e dall’assessore alla Cultura, Michela Botteghi, che sottolineano “il ruolo di promozione territoriale ed artistico che svolge assieme alla sorella Francesca non solo con l’attività imprenditoriale in tutta Italia e a livello internazionale”.     La mostraLungo il Camminamento, e nella Torre Ovest dedicata a spazio espositivo, Lazzari reinterpreta nel primo caso, all’aperto, il rapporto tra le Mura Aureliane e il parco ad esse retrostante – un luogo singolarissimo dove la città moderna non è mai arrivata -, nel secondo caso, all’interno del Museo, la ‘pelle’ stessa del laterizio antico che, nelle infinite manomissioni del tempo, diventa essa stessa qualcosa di organico alla stregua della corteccia di un albero secolare. Lo spettatore camminerà sotto ai tondi posizionati nel Camminamento – dove lo scorcio del parco, attraverso uno degli archi, si ripete identico per otto volte, variando solo la luce, dal giorno alla notte – e sosterà dinanzi a un polittico all’interno del Museo, dove quattordici particolari dei laterizi delle mura, ravvicinati e combinati insieme, danno l’idea di una composizione astratta, di un’architettura che si presta a diventare altra come in un gioco scomponibile, parlando di ciò che il tempo restituisce agli antichi prospetti in laterizio: manomissioni, restauri, riparazioni grossolane, vegetazione spontanea, decori improvvisati, graffiti, combinazioni e scorci inaspettati. Testimoni dell’impero e della sua implosione, le mura raccontano una immensa stagione della storia e una microstoria quotidiana, entrambe allo stesso livello. I dettagli svelano la pelle di un monumento che, visto alla lente di ingrandimento, restituisce una sensazione tra l’astratto e il ritorno alla scabrosità naturale. 

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