Il fascismo non è un’opinione, è un crimine.

Educare all’antifascismo è un dovere, ricordato nella Costituzione Italiana: l’Onorevole La Porta sappia che la libertà di insegnamento non si può mettere in discussione.   Il Comitato Territoriale ARCI di Arezzo è preoccupato per il clima che stanno creando alcune figure istituzionali della Repubblica che, successivamente alle ultime elezioni politiche 2022, siedono al Parlamento in rappresentanza di una parte dell’elettorato, ancorché minoritaria, ma secondo le distorte leggi elettorali vigenti, detentrice della maggioranza di Governo

Dopo le circolari del Ministro del Merito Valditara che, anziché preoccuparsi di far funzionare la scuola in Italia, si impegna con esiti che rasentano il ridicolo di riscrivere la storia in nome di un becero revisionismo, adesso la parlamentare toscana Chiara La Porta (FdI) che, sollecitata da qualche solerte vedetta Valtiberina, si premura di tutelare l’immagine della Presidente Meloni, finita in effige all’interno del documentario storico “La marcia su Roma”. Il film, diretto dal regista irlandese Mark Cousins e basato su documenti originali dell’epoca, pluripremiato in Europa e programmato al Festival del cinema di Venezia, era stato opportunamente proiettato per le scolaresche di Sansepolcro a fine novembre, in un periodo in cui firme autorevoli ed asservite della stampa “di corte” avevano imperversato con goffi tentativi di riscrivere anche loro storia, dipingendo la suddetta marcia con tinte di intervento popolare per il riordino delle sorti del Paese, uscito forse troppo “pericolosamente” socialista dalle elezioni democratiche che si tenevano nel primo dopoguerra.

La preoccupazione non sta nel fatto che una così giovane parlamentare, perdonabile per l’eventuale scarsa dimestichezza con la storia, si occupi di cose localistiche. Il fatto più preoccupante è che autorevoli organi dello Stato, ad altre attività preposti, si permettano di intromettersi a limitare la libertà di insegnamento, per fortuna ancora oggi riconosciuta nel nostra Repubblica, cosa che non si può dire che lo fosse ai tempi che seguirono alla famigerata “Marcia”.

Negli anni della Marcia su Roma, gli ardimentosi partecipanti alla suddetta scampagnata si allenavano incendiando le Case del Popolo, quelle che sarebbero poi diventate i nostri Circoli ARCI; organizzavano pestaggi a carico di sindacalisti, intellettuali ed insegnanti che esprimevano idee di libertà e uguaglianza; defenestravano consiglieri comunali socialisti o repubblicani, democraticamente eletti. Dopo quei fatti, per i quali il nostro Paese non ha mai elaborato una sufficiente disamina, il fascismo è stato giustamente considerato un crimine per legge. Proprio anche in nome della libertà di pensiero, che il fascismo 100 anni fa contrastava con ogni mezzo, in Italia è possibile avere un Governo conservatore, scaturito da un Parlamento che vede un certo numero di rappresentanti eletti col voto di elettori conservatori. Ben altro è sostenere che sia illecito raccontare la storia con un’ottica antifascista, anche dal punto di vista di un regista irlandese, che evidentemente ha il diritto di associare la foto della esponente di punta di un’organizzazione politica che si dichiara erede (anche nella simbologia) di un partito fondato da esponenti del fascismo italiano.

Il Comitato Territoriale ARCI si unisce al coro di sdegno nei confronti di questi tentativi di censura, ed invita tutte le persone che hanno a cuore la memoria come strumento per la democrazia a partecipare alle iniziative che in tutta Italia ed anche nel territorio aretino si stanno organizzando per la Giornata della Memoria, altra triste ricorrenza nella quale si commemora la mostruosa colpa di cui si sono macchiati proprio i fascisti ed i nazisti in Europa.

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