Città di Castello. Consiglio comunale: approvato all’unanimità l’ordine del giorno sulle azioni per la tutela del servizio del tempo scuola modulare nelle scuole primarie di Città di Castello
Il confronto proseguirà in commissione Servizi e Partecipazioni Il consiglio comunale ha approvato all’unanimità l’ordine del giorno sulle azioni per la tutela del servizio del tempo scuola modulare nelle scuole primarie di Città di Castello a firma di tutti i capigruppo dell’assemblea. La massima assise cittadina ha impegnato il sindaco Luca Secondi e la giunta comunale a “esprimersi a favore delle necessità manifestate dalle famiglie, le quali si vedono private di un servizio scolastico pattuito preventivamente all’iscrizione e che potrebbe comportare notevoli difficoltà organizzative” e “a intraprendere tutte le azioni e gli interventi possibili, secondo le proprie funzioni ed i propri ruoli istituzionali, atti al sostegno del diritto allo studio e al mantenimento del diritto della famiglia ad essere la prima agenzia educativa e alla libertà di scelta dei genitori di indirizzare i propri figli negli istituti scolastici più in linea con il loro progetto educativo”. Con l’ordine del giorno l’esecutivo ha ricevuto inoltre l’indirizzo di “favorire la costruzione di buone relazioni tra scuola e famiglia al fine di garantire il benessere, la formazione e l’educazione dei bambini e dei giovani” e di “promuovere un confronto con l’amministrazione regionale e l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) per rappresentare le reali esigenze del territorio e delle sue componenti sociali”. Con il mandato del consiglio comunale, il confronto proseguirà con la convocazione di una seduta della commissione consiliare Servizi e Partecipazioni a cui sarà invitato il dirigente del primo e secondo Circolo Didattico di Castello Simone Casucci, che, come ha riferito in aula il sindaco Luca Secondi, ha dato la propria disponibilità a partecipare ai lavori. “Siamo convinti che le autonomie debbano essere rispettate, quindi non ci vogliamo intromettere nell’operato della scuola nella modifica dell’orario settimanale sul quale non abbiamo competenza, ma costruire un percorso di confronto a partire dall’approvazione dell’ordine del giorno firmato da tutti i capigruppo consiliari ed essere elemento di mediazione a disposizione delle parti attraverso la convocazione della commissione Servizi”, ha sottolineato Secondi, che ha dato conto del colloquio con il dirigente scolastico, “il quale ha aperto al dialogo, ma ha ribadito il proprio punto di vista, sostenendo che l’offerta didattica prescelta sia ritenuta la migliore anche dal personale docente e che nel caso della scuola La Tina sia anche quella che permette di dare soluzione ad alcune difficoltà organizzative”, e con il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Sergio Repetto, “che ha spiegato di considerare legittimo sul piano giuridico e formale il percorso seguito dal dirigente scolastico”. “In questa partita – ha chiarito il sindaco – l’amministrazione comunale ha tutto l’interesse a trovare una soluzione che possa mediare tra istanze diverse della scuola e delle famiglie, non solo perché eroghiamo tutta una serie di servizi come mense e trasporti, ma anche perché investiamo nell’edilizia scolastica milioni di euro e ci aspettiamo che questi sforzi vadano a beneficio della nostra comunità e delle sue esigenze”. A illustrare in aula l’ordine del giorno è stata la capogruppo di Fratelli d’Italia Elda Rossi, che ha sottolineato come “il coinvolgimento della politica e delle sue istituzioni sia necessario nel momento in cui si è palesato un vero e proprio scollamento tra due agenzie educative, la famiglia e la scuola, che dovrebbero invece lavorare insieme, coese e unite per l’unico obiettivo di creare azioni educative e formative finalizzate a promuovere una crescita sana e serena ragazzi”. Nel tracciare il quadro normativo di riferimento, compresi i principi costituzionali, la rappresentante della minoranza ha evidenziato come la situazione che si è creata “vada in contraddizione con la ratio del Piano Triennale dell’Offerta Formativa che prescrive di tenere in considerazione nelle scelte didattiche, pedagogiche, organizzative e gestionali le caratteristiche sociali culturali, scolastiche e demografiche, nonché la programmazione dell’offerta formativa del territorio, disponendo che i dirigenti scolastici attivino i necessari rapporti con gli enti locali e con le diverse realtà istituzionali culturali sociali ed economiche, raccolgano proposte e pareri delle famiglie, adattando le progettualità didattiche ai bisogni degli alunni”. La consigliera Rossi ha quindi fatto presente che “negli open days di pochi giorni fa sono stati distribuiti nelle due scuole dei flyer nei quali è stata messa nero su bianco non solo la modifica del tempo modulare, così come è stato approvato dal consiglio di circolo, ma addirittura è stato tolto il servizio mensa, quello che era garantito per cinque giorni, ora relegato solo ai due giorni di rientro settimanale, senza informare il Comune” (circostanza confermata dal sindaco Secondi, ndr). “Siamo di fronte a una cittadinanza che viene privata, senza una reale motivazione, di un servizio che funziona e va incontro alle esigenze e delle famiglie – ha sostenuto Rossi – per cui noi dobbiamo assolutamente insistere perché questo non avvenga ed esercitare il potere istituzionale che abbiamo a difesa della cittadinanza”. Il capogruppo della Lega Valerio Mancini ha preso la parola per chiarire: “dobbiamo semplicemente approvare l’ordine del giorno ed esprimerci a favore delle necessità manifestate dalle famiglie”. Nell’anticipare che sulla questione verrà presentata una interrogazione in consiglio regionale a sua firma, oltre che dei consiglieri Manuela Puletti e Michele Bettarelli e che ci sarà un’audizione del direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per valutare se ci siano effettivamente prove del miglioramento dell’offerta didattica, il rappresentante della minoranza ha ribadito come sia “incomprensibile e ingiustificabile che si cambi qualcosa che va bene contro la volontà delle famiglie e mettendo in difficoltà il Comune sui trasporti”. “Chi fa il dirigente della scuola deve ascoltare i genitori – ha puntualizzato Mancini – se siamo qui stasera è perché questo non è avvenuto in maniera sufficiente e non è avvenuto sufficientemente nemmeno rispetto alla parte politica, istituzionale, che deve essere ugualmente ascoltata”. Il capogruppo del Pd Gionata Gatticchi ha espresso la determinazione ad affrontare la situazione: “faremo tutto quello che possiamo dal punto di vista dell’amministrazione comunale, con la consapevolezza che, se sotto il profilo giuridico-formale non abbiamo il potere di intervenire, abbiamo però il potere di rappresentare i cittadini, facendo conto sulla condivisione politica trasversale raggiunta in consiglio comunale della volontà di portare a casa un risultato”. “Dobbiamo essere coesi e uniti nella rappresentanza di tutta la cittadinanza e vedere in commissione quale soluzione si possa trovare per continuare a garantire ai nostri concittadini il più ampio spettro di possibilità nell’offerta scolastica”, ha rimarcato il consigliere di maggioranza. Nel dirsi convinta della necessità di votare la mozione, la capogruppo di Castello Cambia Emanuela Arcaleni ha riconosciuto però che “questo consiglio comunale non ha strumenti, può intervenire nel merito di una decisione della scuola, che il provveditore ci dice essere legittima, anche se ho i miei dubbi considerando che i genitori sono finiti in minoranza”. “Credo che la politica debba farsi carico di una mediazione, anche in commissione, perché qualunque modifica dell’offerta formativa di una scuola deve tener conto non solo dei bisogni dell’utenza nel contesto sociale di riferimento, ma deve anche garantire la libertà di scelta”. “Quale libertà di scelta ci sarebbe con un’offerta formativa completamente omologata da parte della scuola pubblica?”, si è chiesta la consigliera di minoranza, evidenziando i motivi di perplessità riguardanti sia il fatto che in questo scenario resterebbe solo l’opzione della scuola paritaria, sia la circostanza che si cambi un’offerta didattica per risolvere questioni organizzative. “Se ci sono difficoltà organizzative si affrontano le difficoltà organizzative, non si cambia l’offerta didattica e si fa ricadere questo sull’utenza”, ha puntualizzato Arcaleni. A precisare di “non comprendere le motivazioni di questo cambiamento dell’offerta formativa e perché venga tolta ai bambini e alle famiglie la possibilità dell’orario modulare” è stata la capogruppo dei Civici X Città di Castello Luciana Bassini, che ha aggiunto: “è una cosa che non ha nessun motivo di esistere, ma siamo arrivati estremamente tardi, perché comunque già da tempo questa situazione era nota, sia al sindaco che a tutto il resto del consiglio”. “Io sono per votare questo ordine del giorno stasera e poi andare in commissione”, ha ribadito Bassini, che rivolgendosi al primo cittadino ha sostenuto: “Io capisco che lei non ha la possibilità di fare di più, ma ce la deve avere, per la responsabilità che esercita”. Il capogruppo di Forza Italia Tommaso Campagni è intervenuto per sostenere “la necessità di stare vicini alle famiglie”. “La politica è ascolto e risposta – ha affermato il rappresentante della minoranza – stasera dobbiamo approvare questo ordine del giorno e dare una risposta ai genitori che hanno espresso l’intenzione di non voler andare a cambiare qualcosa che ha funzionato e che fino ad ora ha garantito anche una offerta diversificata nel territorio”. Al dibattito ha preso parte anche il consigliere del Pd Domenico Duranti, che ha dichiarato: “dai 27.000 votanti di Città di Castello che rappresentiamo viene il messaggio che si debba portare avanti un percorso, che è quello di approvare l’ordine del giorno e di andare poi in commissione per trovare una soluzione”. “Se un servizio funziona perché cambiarlo?”, si è chiesto il consigliere di maggioranza, aggiungendo: “il servizio pubblico deve dare il più ampio spettro possibile di opportunità, in modo che il cittadino possa scegliere dove e come mandare i propri i propri bambini a scuola”. Per Duranti “l’autonomia scolastica non può andare a scontrarsi con le esigenze dei fruitori del servizio, in questo caso dei genitori e degli studenti, per cui speriamo che in commissione, con il mandato pieno da parte del consiglio comunale, si possa arrivare ad una definizione più vicina possibile alle esigenze di tutti”. Il capogruppo dell’Unione Civica Tiferno Filippo Schiattelli ha espresso la convinzione che “il fatto essenziale, sul quale noi come comunità tutta, amministratori e cittadini, dobbiamo battere è che l’offerta formativa debba riflettere le esigenze del territorio e non andare a danneggiare quella che è la vita di una famiglia”. “Dobbiamo adoperarci con fatti concreti, coinvolgendo la controparte rappresentata dalla scuola, affinché venga incontro prima di tutto, come dice la legge, alle esigenze del territorio e delle famiglie, del tessuto economico-sociale della nostra città”, ha concluso l’esponente della minoranza. La parola è stata presa quindi dal consigliere del Psi Ugo Tanzi, che ha osservato: “se siamo arrivati a questo punto vuol dire che anche chi fa parte del consiglio di circolo, sia i genitori che i docenti, sono stati poco attenti”. “A cose fatte il Comune potrebbe solo intervenire sull’erogazione dei servizi scolastici, che sono di sua competenza”, ha evidenziato il consigliere di maggioranza, che si è detto “fiducioso che, con il voto favorevole all’ordine del giorno da parte di tutto il consiglio comunale e con la mediazione in commissione, le cose possano tornare come prima: basta volerlo”.